E' che a volte mi sento sfinita. Vorrei fermarmi e appoggiare le mie angustie sul muro per osservarle a distanza e capirne il peso. L'emicrania non aiuta e nemmeno la frustrazione di essere senza poter essere considerata. Mi domando spesso quanto valga questo mio barcollare tra libri e parole e scritture e altre parole. Mi faccio circondare da poche voci perché poche voci hanno la forza sufficiente per scalarmi i pensieri. Raccolgo preghiere che hanno poco di sacro e le lascio a sgocciolare lente dai lembi dell'anima mia che annaspa. Vorrei un mondo più liscio, vorrei potermi aspettare, vorrei ri-assegnarmi un senso e ri-sentirmi com'ero e non sarò più.
[foto by pedroluispalencia]
l'inspiegabile è come restino addosso tutti i minimi difetti e aspetti caratteriali meno graditi mentre quelle tre o quattro cose gradevoli e piacevoli che anche i più severi riconoscono a se stessi, sono le prime a lasciarci.
RispondiEliminadicono che ogni età ha le sue bellezze... l'unica è partire, lanterna in mano, a cercarle...
Non so se mi stiano restando addosso solo i difetti o caratteristiche meno gradite. Non sono sicura.
EliminaVorrei, in certi momenti, tornare a vivere una serenità che ora non ho. Tutto qui.
La nostalgia è una bussola in questo mare senza speranza, in questi dilanianti istanti senza futuro e, soprattutto, senza destino. Il deserto cresce, la vita duole, il pensiero è in prigione eppure continua a migrare nelle lontananze sue proprie, i fiori sbocciano senza durare. Dove il nesso? Il tuo post mi pare una lunga domanda. Il bello delle domande è che aprano a delle risposte, le suggeriscano.
RispondiEliminaSì, c'è nostalgia.
EliminaSì, questo post è una domanda.
Ma forse non serve a niente né l'una né l'altra.