28 dicembre 2019

Emorragia di parole

Si parla troppo, si scrive troppo e non so perché accada. Ho la sensazione che ci sia un'insana e perniciosa emorragia di parole. Tutti hanno sempre qualcosa da dire, qualcosa da scrivere, qualcosa da criticare. Parlano al telefono, scrivono ovunque capiti, urlano per strada, cicalecciano per nulla. Se ogni parola avesse un costo, forse, vivremmo meglio perché parleremmo meno e solo se necessario. Dilapidiamo un tesoro che è fatto di suoni e di segni, spesso senza sapere se ci sia il silenzio sufficiente affinché vengano raccolti e compresi. Intanto disperdiamo nel nulla significati e proposizioni. Senza ritegno.

[foto by CrazyGirl44]

10 commenti:

  1. Sì, è vero, si scrive molto, forse troppo. Diceva Umberto Eco (mi pare) che l'umanità non ha mai scritto tanto come con l'avvento di internet. Anche una volta si scriveva, ma essendoci più analfabetismo erano pochi quelli che lo facevano, e quei pochi lo facevano in maniera argomentata, esaustiva, riflessiva, tutto il contrario di oggi, dove coi social si vive nella velocizzazione del tempo. E vabbe'...

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    1. I social hanno fornito a tutti la possibilità di comunicare in maniera indiscriminata. Il problema è che molti di quelli che scrivono sui social non hanno quasi alcuna confidenza con la scrittura né con le parole, in generale.
      Si limitano a scrivere perché "lo fanno tutti". Anche quando, in realtà, non ci sarebbe nulla da scrivere o da dire.

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  2. Si parla troppo e male, si scrive ancora peggio, si perde il significato di tutto... ecco perché ho scelto di fare l'eremita!
    Un abbraccio, cara Euridice e che qualche punto della tua lista - almeno il primo - sia esaudito
    Marzia

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    1. Bellissima vita quella eremitica. Vorrei spesso farla anche io, molto spesso.
      Chi parla male, scrive solitamente peggio, hai ragione. Eppure in pochi si rendono conto di quanta "fuffa" si porti in giro.

      Ti lascio un grande abbraccio, Marzia.
      E spero che tu possa scrivermi più spesso.
      Grazie!

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  3. Vivere in un mondo di muti sarebbe meglio? Non so. Forse che si forse che no. Se parlassimo poco quelle poche parole non sarebbero troppo pesanti, troppo cariche di significato? Non so. Forse che si forse che no.

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    1. Vivere in un mondo di persone che parlano solo quando è necessario, sarebbe meglio. Almeno per come la penso io.
      Preferisco pochissime parole ma cariche di senso piuttosto che il nulla di troppe parole.

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  4. E' proprio vero: bisognerebbe parlare o scrivere solo quando si ha qualcosa da dire che sia più importante del silenzio

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    1. C'era il motto di un saggio (non ricordo chi sia) che diceva proprio questo: "parla solo quando ciò che stai per dire è più importante del silenzio".
      Lo trovo fondamentale.

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  5. Ti copio una poesia di Chandra Livia Candiani, é tratta dal suo libro "Vista dalla luna" :

    Signora del suono
    concedimi un tempo inutile
    per imbandire una tavola
    vuota e servire ai convitati
    Questo silenzio, non un altro
    attimo, ma la fragorosa apertura
    proprio di Questo.

    Ciao Euridice.

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