26 novembre 2019

Scrivere stanca

Scrivere non è mai un atto lieve. Scrivere pretende uno sforzo d'anima che pochi considerano per ciò che è: faticoso. Si spendono occhi, pensieri, mani e brandelli di carne viva. Scrivere stanca. Scrivere mi stanca. Anche se scrivo con leggerezza e allegria, anche se bastano solo due righe, anche se sarebbe meglio non scrivere affatto. Le dita scorrono ma le idee vanno ancora più in fretta. Fermarle è un'impresa e costringerle a diventare parola è un atto che sento eroico. Lo faccio comunque e lo faccio con amore, ogni volta. Ma scrivere stanca. Nonostante dia consolazione, nonostante mi faccia sentire un po' più viva.

[foto by Bela01]

19 commenti:

  1. Concordo. Io rivedo, cancello e limo, tante volte. Una stanchezza che però dà soddisfazione fin da quando ero bambino e riempivo quaderni su quaderni.

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    1. Quello è certo.
      Ma a molti non è chiaro quanto sia sfibrante scrivere.

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  2. Penso sia giusto.
    Stanca, ma non stanca mai :)

    Moz-

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  3. so d'accordo, è davvero stancante, soprattutto quel passaggio difficile da pensiero a parola.
    massimolegnani

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    1. Procedere in quel salto mortale che porta dal pensiero alla parola scritta è il momento più critico.
      Quello più sfibrante.

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  4. Tant'è che certe volte presentando un nuovo libro di qualche autore lo definiscono "la sua ultima fatica".

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    1. Ti dirò, ci ho pensato per un giorno intero e non mi pare una stanchezza vera. Per me è sempre stata una liberazione, è il dopo la scrittura che presenta problemi.

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    2. Dipende da te.
      E dipende da me.
      Ognuno "sente" lo scrivere a modo proprio.

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  6. E' vero, stanca...però dopo ci si sente bene. Direi che è una stanchezza corroborante

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  7. E' vero, è molto impegnativo a livello mentale. Anche a livello psicologico, dipende da cosa si scrive.

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  8. Scrivere per me è come una maledizione. Ho bruciato e distrutto tante cose, provato a smettere. Ma niente. Una condanna.
    Perchè chi scrive ha qualcosa da dire e non riesce a comunicarlo in altro modo. È come un treno dentro di sè che deve uscire per forza.
    Scrivere inizia da un dolore segreto che si vuole risolvere mostrandolo agli altri ma non serve. Non serve perchè è una maledizione e il dolore rimane lo stesso là dove è iniziata la prima parola nera sul foglio bianco.

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