20 settembre 2019

E lo chiamano giornalismo


A Bruno Vespa.
Una donna che racconta in TV lo stupro e le violenze subiti non è una donna come tutte. E' una donna che sa cosa sia l'annientamento e in quale regione del suo corpo rimarrà piantato per sempre. Lei, signor giornalista, non può capire. Avvicinarsi a una donna stuprata non è come descrivere un plastico o parlare a un Berlusconi qualunque. Le sue squallide domande e le sue considerazioni da maschio ottuso la qualificano per quel che è: pessimo umano, pessimo professionista. Dovrebbe chiederle scusa, signor giornalista. Dovrebbe inginocchiarsi al cospetto di Lucia e chiederle umilmente perdono. Pensare e piangere. Capirne lo strazio fino a sentire la colpa. Ma non lo farà. Non mi illudo.

[foto by kayokayo]

8 commenti:

  1. Del resto, il vespone è sempre stato aderente alle idee del suo padrone, quello che hai citato dopo la questione del plastico - e che è un tale esempio di becero maschilismo (tra i miliardi di altri difetti che ha) da farmi venire la nausea al solo pensiero di pronunciarne il nome. Nessuno dei due è degno del termine "umano".

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    1. Vespa è un individuo che, probabilmente, ha perso la misura di quel che fa, quel che dice e quel che è. Probabilmente dovrebbe smettere di fare ciò che fa e andare in pensione.
      Il momento mi pare opportuno.

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  2. Aggiunta: sembra che l'abbiano sanzionato per questis suoi scivoloni.

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    1. E' stato segnalato all'ordine dei giornalisti.
      La gravità di quanto accaduto è talmente grande che dovrebbe trovarsi altro da fare.

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  3. Vespa mi ha sempre fatto ribrezzo come persona. E ciò mi conferma la mia idea.

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    1. Non lo conosco personalmente, ma ciò che si è permesso di fare solo pochi giorni fa lo qualifica come uno dei peggiori esseri umani del mondo.

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  4. Firmare la richiesta avanzata da Avaaz di espellerlo dall'ordine dei giornalisti. Non sarà facile ma io ho firmato.

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