Non ricordo di aver mai avuto amici immaginari. Forse perché, da bambina, avevo fin troppo da fare con gli amici in carne ed ossa e di amici immaginari non ne sentivo alcun bisogno. Però leggo che l'amico immaginario non esiste più. Pare che i bambini non sappiano nemmeno chi sia e perché dovrebbe esistere. Sono troppo presi da display, tablet e smartphone per ricordarsi di inventare un amico che esiste solo nei loro occhi e nei loro pensieri. Non sanno sognarselo neppure, un amico immaginario. Ma forse fanno persino fatica a capire cosa sia un amico. Nessuno sa annoiarsi e quindi nessuno sa fantasticare. Un delitto allo stato puro.
[foto by Kezzi-Rose]
sarà per quello che da grandi si inventano nemici immaginari da sconfiggere fondando un partito?
RispondiEliminaSorrido...
EliminaE' possibile!
Hai scritto bene: non ci si annoia, non si è in grado di fatasticare. O, se la noia fa capolino, ci pensano i vari tablet, play station, cellulari. Non c'è più bisogno di fantasticare. Un dramma.
RispondiEliminaEsattamente.
EliminaSembra che nessuno sappia più annoiarsi. Appena si ha un istante per fermarsi e magari pensare, riflettere, contemplare, immaginare, si ricorre a qualche aggeggio per occupare la mente.
E' un peccato, però neanch'io ne avevo uno quand'ero piccolo, eppure non c'erano gli smartphone e avevo abbastanza immaginazione..
RispondiEliminaNon è che chi abbia un amico immaginario sia più immaginifico di chi non lo ha, è solo una considerazione sul fatto che i bambini, oggi, non hanno alcuno stimolo a fantasticare né a crearsi mondi diversi da quelli che vengono proposti loro da supporti digitali.
Eliminacredo che ai nostri tempi la frequenza tra i bambini dell'amico immaginario sia stata sovrastimata: tu non l'hai mai avuto, io nemmeno, e non ricordo alcun amico che lo avesse.
RispondiEliminamassimolegnani
Di solito chi ha un amico immaginario non lo racconta a nessuno, almeno credo. Come ho scritto nel commento a Pietro, non credo che con questo articolo si voglia enfatizzare la presenza degli amici immaginari ma, piuttosto, far rilevare che il mondo fantastico che un bimbo dovrebbe inventare da sé per il puro fatto di essere un bimbo, non esiste più. E sappiamo anche il perché.
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