17 marzo 2023

Carta e penna

Ho ricevuto una lettera, ieri. L'ho trovata, inaspettata, nella cassetta della posta. Non pensavo potesse accadere di nuovo. Una lettera vera, fatta di carta, scritta a mano, con tanto di busta, francobollo e timbro postale. Accade ancora, dunque. Succede che qualcuno decida di prendersi il tempo di scrivere, ma senza digitare; il tempo di schiudere le parole su carta con il rischio di cancellare o sbavare l'inchiostro. Ho pianto di commozione: per il gesto, per il pensiero dietro a quel gesto. È solo una lettera, mi dico. Invece so che è tanto di più. Ovviamente ho risposto subito usando, a mia volta, carta e penna (azzurra).

[foto by Simoneheld]

13 commenti:

  1. Trovare lettere in cassetta è magico, capita davvero di rado ormai, io mi emoziono anche quando trovo una semplice cartolina, anche loro testimoni di altre epoche, altro dedicarsi; più lento, laborioso, attento.
    Una lettera scritta a mano diventa quasi reliquia, messaggio di affetto vero, importanza. Un ritorno a origini desuete, rapporti meno frenetici, che abbisognano di pensieri pacati. E risposte posate.

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    1. Non so più da quanti anni non ricevevo una lettera tradizionale. È stata una sorpresa che mi ha commosso. Spero che accada ancora.

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  2. Un gesto antico che commuove. Oggi non esiste più quel tempo di attesa, tra il momento in cui si scrive e quello successivo in cui si riceve la risposta, che è pur sempre un momento di piacere. Oggi tutto è più veloce. Con il cellulare, con la posta elettronica non si ha il tempo di pensare, perché nel momento in cui rifletti, gli altri vogliono già la risposta. Tutto deve accadere prima ancora che le cose succedano. Certo, la lettera cartacea era un oggetto che si poteva toccare, stringere fra le mani, annusarla e cogliervi perfino lo stato d’animo di colui che scriveva; oggetto che si conservava e si rileggeva a distanza di tempo e ogni volta rinnovava sentimenti ed evocava ricordi.

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    1. Ho scritto migliaia di lettere. Veramente tante. Ad amiche, amici, fidanzati... avevo dimenticato quanto fosse speciale farlo.

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  3. con alcune prozie lontane ho ancora un certo scambio epistolare... è come viaggiare nel tempo

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  4. L'ultima lettera ricevuta risale a circa 40 anni fa, l'ultima che ho inviata io invece risale a settembre del 1996. La scrissi a una donna che poi mi fece sapere per altre vie che non se la sentiva di rispondere con lo stesso mezzo e che comunque non desiderava riceverne altre. Credo che tu abbia almeno una ventina d'anni in meno rispetto a me e che il deserto epistolare cui ti riferisci sia quindi datato da molto tempo. Ci si deve rassegnare al " nuovo che avanza", nessuno scrive più, nessuno apre più una lettera; I blog stanno svanendo se non si uniformano allo stile sintattico dei social, le 10 righe sembrano diventate un ostacolo insormontabile ( un tempo lo affermavi anche tu). Vogliono tutto in tempi rapidissimi, leggi e rispondi in tempo reale, nessuna riflessione, nessuna perdita di tempo, Un flash ed è tutto, persino i minuti trascorsi a scrivere questo commento sono troppi sia per leggere che per rispondere. Io fossi in te non replicherei...troppo tempo. Ciao

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    1. Sono tanti 40 anni. Negli ultimi 40 anni ne ho scritte e ricevute centinaia. Negli ultimi 15/20 anni pochissime, purtroppo. Eppure scrivo così tanto!
      Le lettere scritte a mano richiedono sicuramente più tempo, più dedizione e una certa autenticità. Chi preferisce non scriverle forse teme di mostrarsi per ciò che è. Forse non sa nemmeno farlo, come nel caso della donna del 1996.
      Come dico spesso a chi afferma di non avere mai tempo, essere veloci è una cosa, avere sempre fretta è un'altra. Il problema è la fretta e, con essa, essere costantemente approssimativi, superficiali, sciatti. Anche nel pensare, nel ragionare, nel rapportarsi agli altri.

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  5. beh, prendi il commento come fosse una cartolina, mi riaffaccio dopo qualche mese su blogspot e ti ritrovo... (quasi quasi tornerei anch'io se avessi qualcosa da dire, ma mi sa che è ancora presto)

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    1. Eh sì, sono tornata sul blog. In maniera più blanda. Felice di rileggerti! C'è sempre qualcosa di cui parlare, in realtà. Pensaci.

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  6. se penso alla mia calligrafia di quando andavo a scuola, ora che sono passati parecchi anni, quasi non mi riconosco, non posso essere io questo creatore di "sgorbi", l'inazione lascia il segno.

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