17 ottobre 2022

Razzismo prêt-à-porter

Razzisti senza sentirsi affatto razzisti. Razzisti perché ci sono sempre italiani più italiani degli altri. E sono gli italiani che, come i soliti noti ragliano da decenni, ritengono di dover venire prima degli altri italiani. È un veleno che si propaga sottopelle perché la pelle, nonostante tutto, per tantissimi fa ancora la differenza. C'è una cura? C'è un antidoto? C'è un miracolo? Il primato di chi si sente più italiano di altri italiani non vacilla: "prima noi, poi gli altri". Un'ottusità becera che viene proclamata con convinzione un po' ovunque e che, neanche a dirlo, mi dà la nausea.

[foto by jarrod343]

7 commenti:

  1. La loro è solo ignoranza e l'ignoranza può essere risolta con la cultura. Ecco in cosa bisognerebbe investire risorse ed energie in un Paese, nella cultura. Un saluto.

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    1. Temo che non sarà così, purtroppo. La cultura non interessa e non piace.

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  2. La necessità di avere capri espiatori è radicata nell’umanità direi da millenni, forse da sempre. Noi veniamo da uno shock antropologico come la pandemia e stiamo vivendo un altro shock, da non sottovalutare, che è l’inflazione, come ha mostrato Canetti in “Massa e potere”. Ciò inasprisce la naturale predisposizione umana a trovare vittime su cui scaricare le proprie frustrazioni. Il discorso è molto complesso. Non è solo ignoranza ma paura, risentimento, cattiveria di uomini meschini che si sentono impotenti e marginalizzati. Fra i nazisti c’erano uomini coltissimi non solo Himmler ( mi pare sia lui ad aver detto :“Se sento parlare di cultura metto mano alla pistola “).
    Ciao Euridice, è un piacere ritrovarti qui, con la tua scrittura precisa e implacabile.

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    1. Prima di tutto: ciao Ettore! Ben trovato.
      Sì, hai ragione. Le condizioni umane, economiche, psicologiche di molti di noi sono divenute pessime in questi ultimi anni. Però ciò non giustifica la perdita quasi totale di umanità e di rispetto per gli altri.

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    2. La perdita di umanità deriva quasi sempre da una carenza di educazione sentimentale unita a carenze culturali. Le cause sono molteplici, ma la preponderante credo vada ricercata in una società dove ormai contano solo profitto e prestazioni. La cura del lato umano della persona è stata abbandonata da tempo.

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    3. La perdita di umanità sta diventando disperante. A me pare di rilevarla in maniera sempre più ampia e irreversibile.

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    4. Il conflitto tra lo junghiano "Sii ciò che sei!" e il freudiano "Sii ciò che devi essere!" è tale da sempre.
      In altre parole: esiste la parte sommersa del ghiaccione (iceberg) che è l'etologia e la parte emersa che è quella culturale: la prima determina i comportamenti, la seconda le parole.

      La temporana abbondanza di risorse e sprechi illimitati ha illuso le menti e divulgato la credenza che i giochi a somma zero non esistano / siano politicamente scorretti.

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