18 giugno 2020

Una sconfitta senza fine

Per ragioni che non sto qui a spiegare mi capita di avere tra le mani vecchie foto di inizio Novecento. Ritratti di famiglie, per lo più. Foto stinte, stropicciate, enigmatiche. Persone dagli occhi seri con troppe ombre attorno e mi chiedo perché un tempo nessuno osava sorridere quando era in posa. Volti di madri e di bimbe coi fiocchi in testa. Mariti con barba e baffi e le mani grandi. Bambini dall'aria sfinita e lo sguardo di cera. Non conosco i loro nomi, non so la loro vita, non posso ricostruire i loro sogni né la loro anima. Nessuno di loro è più vivo. Nessuno può raccontarsi. Nessuno può raccontarli. E mi sembra di essere di fronte a una sconfitta senza fine.

[foto by novus41]

8 commenti:

  1. effettivamente, ora che mi ci fai pensare... a parte le foto delle ballerine del 'tabarin' sulle cartoline e nelle 'reclame' solitamente eran tutti seri.
    (che invidia!)

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    1. Sempre tutti seri. Non ci sono eccezioni.
      Credo dipenda dal fatto che i tempi di posa fossero abbastanza lunghi oppure dal fatto che sorridere in foto poteva sembra inopportuno oppure… boh!

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  2. Tutto passa e quasi orma non lascia.
    Per il fatto che nessuno sorridesse, immagina la scena del fotografo con quell'aggeggio enorme che diceva "fermi" e dovevano rimanere fermi per parecchi secondi perché la posa era lunga.

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    1. Sì, tutto passa. Tutti passano.
      Sì, credo che i tempi di posa per una foto all'inizio del Novecento fossero piuttosto lunghi.

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  3. Un tempo non piaceva essere fotografati.OLga

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    1. Non credo sia questo.
      Farsi fare una foto era costoso. Non tutti potevano permetterselo.

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  4. un tempo si pensava ai ritratti fotografici come a quelli dipinti, inoltre i tempi di posa erano molto lunghi.
    Quando chiesi la faccenda ad una prozia mi disse anche che il riso (anche il semplice sorriso) era comunque considerato poco adatto. Credo abbia a che fare con la faccenda del ridere di Aristotele...

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    1. In effetti la fotografia è divenuta letteralmente la sostituta della pittura in senso classico. Solo dopo l'avvento della fotografia, infatti, i pittori hanno iniziato ad "astrarre" la realtà come mai fatto prima. Per la realtà basta la fotografia.

      Sorridere era un atto "confidenziale" o, in certi ambienti, persino "sconveniente". Credo sia anche per questo.

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