5 febbraio 2020

Grazie computer

Il mio vecchio computer ha deciso di spegnersi per sempre. Le cose muoiono come le persone, evidentemente. Per alcuni giorni sono rimasta senza l'oggetto che, ormai da tanti anni, mi permetteva di scrivere con libertà. Sembra stupido da dire, eppure ho vissuto questo momento come una sorta di minuscolo lutto. Un po' per affezione, un po' per semplice abitudine, quel computer era divenuto, senza che me ne rendessi nemmeno conto, una piccola succursale di me stessa. Conteneva parole, idee, ricordi, invenzioni e comodità. Una sorta di amico silenzioso e muto che mi ha supportato, e pure sopportato, per tanti anni. Lo ringrazio di tutto.

[foto by hearthy]

12 commenti:

  1. Io non mi affeziono alla macchina ma a quello che ho messo dentro.

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    1. Io, invece, mi affezioni anche alla macchina.
      Sono fatta così.

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  2. Le cose muoiono come le persone, hai detto bene. O le persone muoiono come le cose.

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    1. Di solito le cose sopravvivono alle persone. A volte capita il contrario.

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  3. E' comprensibile, soprattutto però dispiace sganciare parecchia grana per comprarne un'altro :D

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    1. Un altro computer mi è indispensabile. Altrimenti non potrei nemmeno risponderti.

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  4. Anche a me è successo. L'ho fatto riparare salvando tutti i dati ma dopo un'autonomia di circa tre mesi si è rotto di nuovo. Me lo avevano comunque preannunciato. La cosa che più mi è dispiaciuta è che si trattava di un regalo di mia nonna. È stato davvero un piccolo lutto. Grazie a quel PC ho scoperto per la prima volta il web, i blog grazie ai quali ci siamo conosciuti. Ricordi bellissimi. Ora lo conservo così com'e, come uno scrigno con lo sportello chiuso.

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    1. Se il problema è serio e il PC ha qualche anno (il mio ne aveva più di 10!), è molto probabile che si rompa in tempi rapidi.
      Però capisco anche il tuo senso di "affezione" perché è lo stesso che provo io nei riguardi di oggetti che mi circondano da tempo e che uso spesso. Penso che anche io terrò la "carcassa" del mio vecchio PC.

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  5. Obsolescenza programmata... toglie un po' di poesia alla questione.
    Io ricordo mio nonno che si era affezionato alla sua Olivetti Lettera 32, credo che di fondo l'affezione sia verso il mezzo che ci permette di esprimerci, una piuma d'oca o un portatile...

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    1. Sarà obsolescenza. E sarà anche programmata.
      Però fa sempre poco piacere sia per l'eventuale perdita di dati (fortunatamente non è il mio caso), sia per la perdita dell'oggetto in sé nei confronti del quale io provo una sorta di affetto.

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  6. Il mio vecchierello ha anche un nome: Grande Puffo (è blu)... prima era solo Il Puffo, ma come il tuo ha superato i dieci anni e si sta lamentando che vuole andare in pensione. Sto già cercando di prepararmi fisicamente e spiritualmente a cambiarlo!
    Secondo me ci sono oggetti particolari, che diventano parte di noi; non come la copertina di Linus, ma come un'unghia o un dente: piccolo, ma quando non c'è ne percepisci l'assenza.
    Un abbraccio
    Marzia

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    1. Non ho mai pensato di dargli un nome. Il mio computer si chiamava semplicemente computer: banale, lo capisco.
      Anche io da tempo ero sicura che mi avrebbe abbandonata. Ogni volta che lo accendevo pregavo affinché continuasse ad avviarsi senza problemi. Poi, alla fine, è avvenuto quello che temevo: ho acceso ma lo schermo è rimasto nero. Zero segni vitali.

      Un abbraccio a te.

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