6 giugno 2019

Ascoltare per ascoltare

Mi ascolti? Dico: davvero? Ascoltarmi sì, solo per ascoltare. Ascoltarmi per diventare il centro di quel che penso e sento. No, non mi ascolti. Non cerchi nemmeno di far finta. Ed è così che si diventa estranei. Magari mi rispondi, certo. Perché mi ascolti per trovare qualcosa da dire anche se potrebbe bastare anche un vero silenzio. Quello pieno e sano di chi vuole recepire il senso di un pensiero fino ad assorbirlo come un respiro. Mi ascolti senza tenacia e senza rispetto. Perché di questo si tratta: volontà e rispetto. Non ascolti per ascoltare ma ascolti per dire. Non è lo stesso, non sarà mai lo stesso. E in fondo ci facciamo più male.

[foto by Sidiuss]

4 commenti:

  1. "Non ascolti per ascoltare ma ascolti per dire."
    È un po' il riassunto dei nostri tempi.
    Siamo tutti un po' narcisi.

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    1. Sì, è un po' il malanno dei nostri tempi.
      Ascoltare per trovare poi qualcosa da ribattere, di solito per aver ragione.

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  2. Bello. Mi piace molto. Soprattutto apprezzo che uno scritto incentrato sull’ascolto abbia come cuore il silenzio, qualcosa che deve essere assorbito profondamente "come un respiro". Il silenzio che è alla base dell’intimità fra due persone. Ecco, lo trovo un post molto intimo, delicato e profondo. Amaro anche.

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    1. Grazie per l'apprezzamento, Ettore.
      Ascoltare dovrebbe essere assorbimento, qualcosa di importante e necessario, proprio come un respiro.

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