25 gennaio 2019

Sperare e di-sperare

Lo sforzo è stato immane, va detto. La fatica di soffocare e reprimere ogni scintilla di quell'inestinguibile desiderio di crederci è stata notevole. Ma alla fine ce l'ho fatta: ho smesso di sperare. Un miscuglio ruvido e opaco di disincanto ha preso il posto della fiammella che portava la mia mente anche solo ad immaginare qualcosa di buono. Ora non resta che un quadro perfetto dalle righe nitide e schierate. Nulla di più. C'è quel che c'è e non è granché. Non posso permettermi di cedere altro spazio a illusioni che, neanche a dirlo, si sarebbero tramutate in cupe delusioni. Meglio evitare. Ne va della mia anima. Una forma di sopravvivenza come un'altra, in fondo.

[foto by LiliumEternal]

7 commenti:

  1. Qualche volta ... spero ...
    ma meglio di no
    "Ne va della mia anima"

    Bellissimo il tuo brano!
    un saluto

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  2. Meglio vivere di istanti,come ci vengono così li affrontiamo. Pure io ho smesso di sperare, mi pare logorante, a volte.

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    1. Sappiamo entrambi quanto faccia male sperare a vuoto.
      Si affronta la vita come viene, un frammento alla volta.

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  3. La speranza… Forse la vita ci mette davanti a una scelta: la speranza o la consapevolezza. Non so, la tua prosa è così nitida di consapevolezza da ammutolire.

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    1. La consapevolezza può prendere il posto della speranza. Soprattutto quando la realtà non ti dà nulla.

      Grazie Ettore.

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  4. Ciao a tutti!
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    Grazie
    Martina

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