23 novembre 2018

Violenti, volgari e vigliacchi

Ho letto ieri un paio di pagine su Silvia Romano, la volontaria italiana rapita in Kenya. Ho letto della valanga d'odio che in tanti le hanno riversato addosso. Parole come acido, parole di chi sfrutta il web come una busta per il proprio vomito, parole che non hanno alcun senso ma che tracimano dai social ogni minuto. Come si permettono? Come osano? L'impulso è quello di insultarli a mia volta e fare di tutto per togliere loro il diritto di parola visto che lo esercitano in maniera tanto ignobile. Vorrei che ognuno di loro, al ritorno di Silvia, avesse il coraggio di ripeterle tutto guardandola negli occhi. Parola per parola. Volgarità per volgarità. Saprebbero farlo? No, i vigliacchi no.

[foto by bleedbloodbled]

28 commenti:

  1. In questa società di merda (scusa il termine, ma ci sta) in cui viviamo ormai è la vittima ad essere colpevole; non ho visto nessuno, e intendo dire proprio nessuno, riversare valangate di odio sui terroristi che l'hanno rapita, che pure lo meriterebbero in pieno.

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    1. Forse perché i vigliacchi hanno un cervello talmente piccolo e mal funzionante che non riescono in nessun caso a elaborare un concetto poco più complesso di una volgarità.

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  2. Fra tutte le cose belle, la rete ha creato due nuove tipologie umane schizofreniche e insopportabili. I conigli nella vita, ma iene davanti a una tastiera; gli asini che come per magia su twitter e facebook si trasformano in maître à penser.

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    1. Condivido pienamente.
      Umberto Eco, a suo tempo, aveva già evidenziato il problema e venne travolto dalle polemiche.

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  3. protagonismo dell'istante, a prescindere dai contenuti e dalla conoscenza. a volte non c'è neppure odio, volontà di esprimere o stabilire una qualsiasi forma relazionale. ciao

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    1. Non vedo nessuna volontà di esprimere una forma relazionale nel momento in cui un commento diventa solo un'accozzaglia, tra l'altro spesso anche sgrammaticata, di insulti, denigrazioni e offese senza senso.
      Se un individuo ha bisogno di relazionarsi, lo fa in maniera sana e civile. In caso contrario ha seri problemi.

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    2. direi che molta gente ha seri problemi. specie se ha "bisogno" di relazionarsi. ma il problema più rilevante, questo volevo sottolineare, è che non c'è alcuna volontà, degna di questo termine. di nessun tipo. buon giorno

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    3. Dalla quantità di insulti e di idiozie che mi capita di leggere in calce ad articoli o post presenti in Rete, mi sembra che di gente "problematica" ce n'è in abbondanza.
      Il dramma è che tutta questa gente ritiene di essere nel giusto e di non avere alcun problema.

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  4. due categorie (mi riferisco al commento di lucien) che temo predomineranno a prescindere dal loro numero poiché pare evidente che le dinamiche sociali sono sempre più governate dalle tendenze date dal web.
    la vignetta
    di oggi sul manifesto replica garbatamente al clima di generale impazzimento che imperversa (e anche la storia del tanga irlandese e dell'avvocatessa è emblematica)

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    1. Non avevo visto la vignetta: molto intelligente. Avevo però letto la brillante notizia arrivata dal Regno Unito.
      Cosa dire?
      A mio avviso c'è qualcosa di guasto e deviato in quel che succede. Il web è lo specchio e l'amplificatore di certe anomalie e certe assurdità. Non sarà arrivato il momento di gestirlo in maniera diversa?

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  5. Questo Paese è in piena decadenza, sono veramente disgustato da questi leoni da tastiera.
    Saluti a presto.

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    1. Il nostro Paese è sicuramente in preda a una crisi civile, culturale e morale spaventosa. Da parte mia non c'è solo disgusto ma anche profonda rabbia.

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  6. Violenti, volgari e vigliacchi: ritratto di popolo misero. Che tristezza!

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  7. Su questa vicenda a me hanno fatto inorridire anche le parole di Gramellini anche se onestamente non c'è niente i buono da aspettarsi da uno come lui, simbolo della presunta ragionevolezza e del sentire comune (ovviamente quello giusto) e autore di insopportabili sermoni televisivi moralisti venduti come la faccia migliore del paese.

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    1. Ho letto anche il suo commento e parte delle polemiche che ne sono scaturite. Pare che servisse leggere il testo fino alla fine perché nella seconda parte difendeva Silvia, peccato che nella prima parlasse come un Salvini qualunque.

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    2. Rimprovero Gramellini non per il suo testo, ma perché ci ha fatto del facile marketing, sparando l'inizio articolo in controtendenza ben sapendo che solo l'incipit sarebbe andato in pasto ai social... (Franco Battaglia)

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    3. Non so se il suo pezzo abbia una volontà di fare marketing. Potrebbe anche essere.
      Perché sei Unknown?

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  8. Vigliacchi della peggiore specie. Il rischio è di farsi trascinare in squallide diatribe.

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    1. È ciò che a volte mi capita. Non riesco a tacere e vado a impelagarmi in discussioni che non conducono da nessuna parte per via dell'ottusità di chi non vuole pensare.

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  9. C'è tutta una non cultura che incensa l'arroganza, che stima il furbetto, chi prende la scorciatoia a discapito degli altri, nei vari talk vige la regola di chi urla più forte.chiaro che l'esempio negativo esposto in questi termini diventa qualcosa di imitare.
    Come se ne esce? non se ne esce...

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    1. No, non se ne esce.
      E l'idea che tali atteggiamenti siano diventati la regola mi inquieta e mi preoccupa parecchio.

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  10. Il problema, come scrivi in un commento, è la crisi culturale, morale, politica, in cui versa il paese. Da decenni ormai. L'Italia somiglia sempre più a una subcultura. Il Web sembra alimentare il peggio perché la sua velocità strozza sul nascere la riflessione, che comunque è una rarità anche aldilà della tastiera. Su Gramellini, condivido il giudizio di Andrea. Il suo trombonismo moralistico è osceno.

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    1. In effetti in Italia negli ultimissimi decenni tanti contenuti morali, culturali e civili sono andati persi o, almeno, sono precipitati in basso. Di chi la colpa? Di tutti, temo.

      Gramellini mi è del tutto indifferente ma riconosco che i suoi "polpettoni" retorici non aiutano nessuno.

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  11. Io oso non essere d'accordo con Voltaire: non darei neppure un cent bucato perché certuni potessero esprimere la loro opinione.

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    1. Inizio a dubitare anche io del senso delle celebri e illuminate parole di Voltaire.

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