Sì, al principio c'è persino un briciolo di empatia, magari una condivisione sentita, quasi un'intima partecipazione. Poi la vita torna alle sue ruote di ore, di impegni e di masse umane. Ci si re-incastra nel proprio ruolo e nelle proprie viscere. Nell'orticello c'è quel che c'è da fare e si dimentica l'empatia, la condivisione e tutta l'intima partecipazione. Ci si ristringe attorno al proprio campicello a conservare i semi di un'esistenza o a coltivare una quotidianità che scivola a prescindere. Tutto il resto si fa distante ed indifferente, materia da dimenticare con scivolosa noncuranza.
[foto by MahmoudElkourd]
giusto, doveroso e oneroso curare il proprio orticello, ma accanto a questo c'è il campo comune (cit.) dove è bene ogni tanto dare un'occhiata e un colpo di zappa.
RispondiEliminamassimolegnani
Il campo comune, per esperienza personale, viene curato solo se conviene e se offre dei vantaggi per sé.
EliminaNe vien fuori un'immagine da Homo homini lupus, cinica forse, ma Hobbes aveva ragione
RispondiEliminaCinica ma estremamente veritiera, temo.
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