numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
"Schulze Monaco".
C'è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l'eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C'è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
"Schulze Monaco".
C'è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l'eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C'è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
http://www.nazioneindiana.com/2012/01/26/memorie-dell-olocausto-e-una-bellissima-aurora/
RispondiEliminaMi vengono i brividi...
RispondiEliminavisto che si usa ancora far imparare a memoria le poesie ai bambini, questa dovrebbe essere la prima. e magari l'unica. per non dimenticarla mai.
RispondiElimina....
RispondiEliminabella!
RispondiEliminaIo ogni volta non posso fare a meno di chiedermi quanta cattiveria ci sia voluta, per fare tanto male.
RispondiEliminaQuesta è una pagina di storia crudele ma non so perchè mi piace. Non posso credere nè ce la farò mai a capire e spiegare tutto l'inutile massacro consumato dalle bestie umane. Vorrei anche non dire nulla,lasciare il silenzio che parla da sè,ma proprio non ci riesco. "Se comprendere è impossibile,conoscere è necessario" (P.Levi).
RispondiEliminaUn abbraccio
Bella nel senco che è molto commovente e che descrivendo un particolare allude a tutto il caos e l'ambiente da bolgia infernale che c'è dietro...ecco mi suonava male il mio "bella",ma non ricordavo dove l'avevo scritto non è un aggettivo giusto per una poesia che narra questo strazio....
RispondiEliminaChe starei male con le scarpette rosse! si, si...
RispondiEliminaun bacione e buona domenica
Signor_Omicidi
Un bambino non ha bisogno di parole, per testimoniare l'inferno. Basta il suo stupore. Ed eventualmente un paio di scarpette.
RispondiEliminaHo conosciuto Joyce Lussu, nel 1993.