Alla sera torno a me. Allo spazio di mente e dita che ho bisogno di versarmi addosso. Ripongo i doveri e la fretta di una giornata senza nome per concedermi ad un vuoto che mi appartiene. E' fatto di minuscoli accenti d'ombra e di scoperte silenziose che si beano dell'assenza di obblighi. Ecco, così vorrei esistere. Così lentamente e senza strepiti, nell'eleganza asciutta di un pensiero che non regalo a nessuno. Perché sento che troppo spesso la mia vita viene consumata precipitosamente senza che a me resti poi molto. C'è una tristezza gentile tra le mie ciglia stasera. E non la scaccio perché è dolcissima come un'attesa.
[foto by Kott93]
La sera e la luna, come Foscolo e Leopardi, anche tu le ami. Per me sono complementari perchè entrambe danno quell'atmosfera ovattata in cui si appoggiano gli affanni del giorno. Non c'è altro da aggiungere a questo tuo pensiero che è,come sempre,poesia.
RispondiEliminaDavvero toccante, stavolta. Bello saper trovare un momentaneo rifugio, anche se sarebbe nostro diritto poterlo dilatare e moltiplicare per dieci o per cento, e questo fa rabbia, perché la prima e più vera ricchezza che il mondo di continuo ci scippa è proprio il nostro Tempo, il tempo per essere liberi, o anche solo, più semplicemente, per Essere.
RispondiEliminaemozione leggerti...e così vicino il tuo sentire...
RispondiEliminaE' davvero terribile una "giornata senza nome" Tutti l'hanno sperimentata. Solo attraverso questa malinconica attesa sembra riscattarsi. E' emozionante quello che hai scritto perché in poche righe condensi tantissimo e al tempo stesso regali la sensazione di aver toccato una nuvola, del vapore leggero.
RispondiElimina@ Veil: la luna non c'era: pioveva a dirotto. La sera e la notte che segue sono una salvezza.
RispondiElimina@ Zio: hai colpito nel segno. Vorrei tanto poter dilatare questo rifugio fatto di pochi minuti. Per mille, anche. Ci portano via il Tempo e faccio fatica a perdonarlo.
RispondiElimina@ Officina: ero certa che qualcuno (molti?) avrebbero capito perché sentono quello che sento.
RispondiEliminaI tuoi lavori sono magnifici. E' tanto che non faccio nulla... Ero bravina, sai?
@ Ettore Fobo: una giornata senza nome fa sentire scialba e sterile anche te. Sono frequenti ormai, questi giorni e li lascio scorrere senza poter muovere un dito. "Devo". No? Dobbiamo tutti. Sono un po' stanca.
RispondiEliminaEcco, hai scritto una meraviglia, un piccolo frammento, di calma non tranquilla, dipinto con le parole. Quello che ho provato lo chiamo ruhevoll.
RispondiElimina(Pensa un po' te)
Sono riposante?
RispondiEliminaBene...
O è solo pura autoreferenzialità?
Grazie del complimento...detto da te ha un sapore speciale per me.
RispondiEliminaE ora sono troppo curiosa!
Sicura che eri(e sei)più che bravina!!!!
Un sorriso.
Sorrido...
RispondiEliminaCon l'uncinetto ero bravina, sì.
Allora devi riprendere!!!dai dai...
RispondiElimina^_____^
Oh no. Non ce la posso fare...
RispondiEliminaUfff....sono sicura di si!!!e se lo usi come la penna....!non puoi privarci di cotanta meraviglia!
RispondiElimina:(
Sorrido. Sei gentile.
RispondiElimina^_____^
RispondiElimina