Una cornice di libri. Letti e da leggere. Arrivano perché non so farne a meno. Ci provo pure a non comprarne ma loro sono più forti. Mi obbligo a furia di divieti o rimproveri. Poi incontro una libreria e mi dico "Solo un'occhiata..." e ne esco fuori almeno con un altro libro. Forse meno corposo, forse meno costoso. Un altro. Lo appoggio sulla torre di quelli in attesa. Prima o poi leggerò tutto, per quell'amore che ancor non m'abbandona. Sono mia vita e mio cibo anche se qualcuno continua a ripetere che non si mangiano.
[foto by siddhartha19]
Sei una libro-dipendente, hai questo impulso irrefrenabile all'acquisto... Difficile smettere, anche perchè non esistono comunità per disintossicarsi.. :))
RispondiEliminaecco appunto, proprio oggi scendo in città a ritirare un libro che ho ordinato ___ secondo te esco solo con quello?
RispondiEliminama sono contenta, ho ripreso a leggere libri da qualche mese dopo 4 anni di totale rifiuto e disinteresse __ poi forse grazie anche al blog e alle recensioni e segnalazioni dei e delle blogger adesso ho anche io due pile accatastate in attesa:)
Che bello questo post, ed è proprio vero! Ricordo che già in precedenza ne avevi parlato della torre di libri, nel vecchio blog. Anche io, pur non leggendo tantissimo come te, non riesco ad uscire da una libreria senza aver comprato qualcosa. Quando lascio qualche acquisto non fatto, ci penso pure di notte...e poi finisce che ci ritorno per comprarlo.
RispondiElimina@ Topaus: sì, lo ammetto: ho una dipendenza dai libri. Non solo non voglio smettere, ma sogno di poter fare di questa passione il mio reale lavoro, un giorno. Chissà...
RispondiElimina@ teti: benissimo. Sono sempre felice quando le persone tornano (o cominciano) a leggere libri. Faccio proseliti in ogni modo, ma mi rendo conto che ci sono persone del tutto allergiche alla lettura e del tutto indifferenti a qualsiasi libro. Poverine!
RispondiElimina@ Veil: vero. Avevo già parlato della torre di libri, che nel frattempo è raddoppiata perché una, da sola, non stava più in piedi.
RispondiEliminaFai bene ad andare in libreria, è un ottimo posto per farsi un regalo e per dedicarsi del tempo.
Si mangiano. Le assicuro che si mangiano.
RispondiEliminaSì, me ne ero accorta già da un po'!
RispondiEliminaLoL siamo uguali
RispondiEliminaOps... allora mi devo preoccupare!
RispondiEliminaI libri vanno assaggiati, annusati, mangiati. Io impilo libri sul pavimento non mi piacciono gli scaffali. [non avevo dubbi sulla tua passione "libraria". Si sente e si legge :) xxx ]
RispondiEliminaLi assaggio, li annuso, li mangio ogni giorno. Da anni. E non posso (e non voglio) farne a meno.
RispondiEliminaIo li ho negli scaffali. Temo che per terra possano rovinarsi.
Un abbraccio, Emma.
Euridice, anche io li metto sugli scaffali...ho anche i reggilibri,il leggio, e l'espositore sulla scrivania dove ci appoggio il libro che è in lettura. Tu sei proprio convintissima che la lettura ti abbia insegnato a scrivere così divinamente oppure c'è anche un segreto? Mi piace un sacco scrivere come te...quando ti leggo è una meraviglia, ogni volta.
RispondiEliminaallora ti deluderò, ma oggi ho resistito stoicamente!
RispondiEliminae grazie a te:)
mi sono ricordata questo post e mi sono detta, dai teti, sta volta prendi, incarta e porta a casa solo quello ordinato:)
anche perchè ho da finire la ballata di iza (come anticipato;)
e così ho pure risparmiato:) tanto i libri son lì, aspettano:))
buona serata!
anch'io adoro comprare i libri e spesso mi lascio guidare dalle sensazioni,nella scelta! Ciò che trovo assurdo,o forse no,è che sono capace di rileggere un libro che mi piace anche dieci volte....e ,ogni volta,il piacere,aumenta...Come se dovessi prederne l'anima ...
RispondiElimina@ Veil: sei ben organizzato, leggo. Io sono meno metodica. Le mie torri si trovano sulla scrivania, accanto al computer. Poi ho diversi scaffali e librerie in stanze diverse (tutte in una non è possibile...). Cerco di dare un ordine in base alla casa editrice, ma non sempre è possibile.
RispondiEliminaCredo che per imparare a scrivere sia necessario scrivere. E leggere, prima ancora. Si impara soprattutto così: leggendo quanto di buono e di meglio è stato già scritto.
@ teti: sei stata bravissima. Però mi sento un po' in colpa: ti ho fatto venire i sensi di colpa!
RispondiEliminaLa Szabò è davvero grandiosa, spero ti stia piacendo. Io, finito quello di Colombo-Ferretti, passero alla Arslan.
Buon fine settimana!
@ EMMA: io scelto in base alla passione che ho per un autore o un'autrice. A volte leggo delle recensioni (spesso su Lankelot) e mi lascio attrarre dai pareri di persone di cui mi fido e che, sicuramente, sanno giudicare un libro.
RispondiEliminaLa ri-lettura è qualcosa a cui mi dedico di tanto in tanto. Di solito, però, preferisco leggere ciò che non ho ancora letto.
Me ne cibo quotidianamente, anche se molto meno di quanto vorrei.
RispondiEliminaE se non ho capito male tu, in mezzo ai libri, ci passi le tue giornate.
RispondiEliminaNon sai quanto ti invidio...
Scusami se ogni volta che entri nel mio blog non ci trovi nulla di nuovo. Ma ti confesso che non amo affatto il mio modo di scrivere e sono demotivato. Scusami ancora e grazie di cuore per le tue visite.Sei cara.
RispondiEliminaHo notato, Veil, che sei fermo da un po'. E mi spiace. Immagino che tu non abbia molto tempo, ma credo che, come ho scritto in precedenza, l'unico modo per imparare a scrivere sia... scrivere.
RispondiEliminaNon devi pensare troppo, altrimenti ciò che scrivi perde di spontaneità e leggerezza.
Scrivi. Non farti troppi problemi.
Hai capito male, credo.
RispondiEliminaPasso le giornate in mezzo ai libri, sì. Contabili.
Ecco, come al solito!
RispondiEliminaI libri contabili non sono proprio nelle mie corde. Ritiro: non ti invidio affatto.
Sorrido...
Drogata!!!
RispondiEliminaChé uno comincia con quelle cose leggere che legge verso i dodici tredici anni, poi si abitua, prende il vizio e non c’è più niente da fare, eh!
Come dite? Topolino?
No, no… l’Euridice a tredici anni leggeva Nietsche.
La madre l’ha portata anche in un centro di recupero. Le han fatto intrecciare cestini di vimini, accudire asinelli, lavorare l’argilla…
Non c’è stato nulla da fare. Intrecciava cestini col doppio fondo in cui nascondeva libri di contrabbando che gli procurava un paramedico corrotto e scriveva i dieci comandamenti sul recto delle tavolette d’argilla destinate al vaticano mentre sul verso incideva la “Trilogia della città di K” in caratteri cuneiformi per non dare nell’occhio (erano le uniche tavole dei comandamenti con la quarta di copertina).
Se voi o i vostri figli doveste avere lo stesso problema dell’Euridice non cercate quel centro di recupero sulle pagine bianche: da quando quattro asinelli che lavoravano lì si sono laureati in lettere, l’hanno rilevato e ne han fatto una libreria con annesso ristorantino. Piatto unico della casa: tagliatelle paglia e fieno.
Basilico
Si scrive Nietzsche! E non lo leggevo affatto a 12 anni. Ma molto più tardi, purtroppo...
RispondiElimina[bel commento: ho riso per tutta la sua lettura. Grazie!]
Colpa mia. Se avessi scelto Socrate non sarebbe successo. Comunque non ti attaccare ai refusi! Piuttosto, peché non mi hai corretto quel "gli procurava" con "le procurava"?
RispondiEliminaDesiderio di mascolinità? Freud (questo tedesco qui l'ho scritto bene)me l'appoggerebbe. :-)
Basilico
Perché con Nietzsche non si scherza!
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