15 novembre 2022

Un'idea è solo un'idea

Quanto vale ciò che penso? Quanto vale ciò che invento? Quanto vale ciò che immagino e metto per iscritto? Molto poco, quasi nulla direi. Lo scrivere è inflazionato dal troppo scrivere perché scrivere è considerato per troppi e perché quei troppi si considerano abili nella scrittura. Basta pochissimo d'altro canto, soprattutto in tempi in cui un telefonino consente di compiere miracoli. Di miracoli autentici, in verità, ci sarebbe bisogno: in questo mondo di parole effimere, di scrittori a caccia di ribalta, di tuttologi dal cursore facile, di cialtroni a consumo in virtù di numerini da spiattellare e like da accaparrare.

[foto by AmandineVanRay]

12 commenti:

  1. Sono d’accordo con te: le nostre parole servono a poco perché tutto quello che c’era da scrivere è stato già scritto da persone, forse, più autorevoli di noi. Eppure continuiamo a farlo, chi più chi meno. Tu riesci ad essere molto sintetica, ed è un bene per “questo mondo di parole effimere”. Il sottoscritto, invece, è prolisso, mette in pentola molte più parole che, per i palati più delicati, possono essere alquanto indigeste
    Pino

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    1. È stato scritto tantissimo, da tantissimi. Noi siamo, va pur detto, del tutto insignificanti in questo senso e quel che scriviamo non ha alcuna utilità né valore.
      Però ci ostiniamo a farlo. Dovremmo smettere, semplicemente.

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  2. Scrivere è per noi. Fatto salvo questo principio tutto il resto può giungere, o meno. L'inflazionamento, i like, le considerazioni. Scriviamo innanzitutto per un'esigenza tutta nostra. Quel che inventiamo gratifica la nostra fantasia, la nostra sete di esprimerci, come uno spontaneo respirare che ci mantiene in vita, ecco, scrivere è innanzitutto ossigeno. Miracoloso. E tutto a nostro vantaggio. Tutto il resto è accessorio. Così almeno mi piace pensare..

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    1. Ci piace pensare quel che ci piace. Spesso però è del tutto illusorio e vano. Nel mondo "vero" valgono i like, i numeri, le quantità. Il resto è fuffa.

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  3. Quanta verità!!
    Oggi ,fioriscono....in modo così...abbondante,scrittori,
    giornalisti e...tuttologi,come hai detto tu!!
    Ma ,sai,un ragazzino un giorno mi ha detto,dopo aver passato ore su tiktok,mi ha detto...: i like ,sono la vita!!
    Ho taciuto!! E il mio cuore era immensamente triste!

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    1. Eppure quel ragazzino aveva e ha ragione.
      Noi rimaniamo serafici sognatori.

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  4. Magari chi legge si sofferma e pensa, riflette anche su un solo concetto. Sarebbe già qualcosa.

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  5. E per quanto riguarda i libri c'è una miriade di manifestazioni e presentazioni. Intanto i lettori sono sempre quelli, se non in calo.

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  6. Affidiamo semini al vento e se ne nasca qualcosa in qualcheddove non ci è dato saperlo. Ma queste idee, immagini o parole sono dentro di noi e battono per uscire e allora "eschino signori, eschino".
    Certo i laics fanno piacere, ma non è la cosa principale. Se no non saremmo in un blog, ma su socials più in.
    Per cui bene così. Finché clci diverte scriviamoci e leggiamoci e resistiamo

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    1. Certo. Ma poi quando con la scrittura ci devi anche lavorare, le cose cambiano profondamente. E non resta granché del piacere di "spargere semini al vento". Tutto si riduce a cuoricini e commenti e condivisioni e nient'altro.

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