Ieri sono uscita un paio di minuti. Giusto il tempo per recuperare il secchio dell'umido e ritornare in casa. Prima, però, mi sono concessa qualche istante di primavera, quella che sto (che stiamo) perdendo inesorabilmente. Un ciliegio in fiore mi è esploso negli occhi. Mi sono avvicinata perché è all'interno di un cortile diverso. Quale meraviglia. Mi sono beata di quel fulgore, ho smozzicato la sua bellezza, ho dimenticato di essere solo una reclusa col cuore stanco. L'ho accarezzato a distanza, l'ho ammirato estasiata, con le lacrime sospese: il clamore improvviso e terribile della perduta primavera mi ha trapassato l'anima. E non ce l'ho fatta: sono scappata.
[foto by EmirKurtaran]
Torneremo a non scappare, di fronte a questa naturale bellezza :)
RispondiEliminaMoz-
E non vedo l'ora.
EliminaL'esplosione della Natura in questa primavera incurante dei nostri drammi è ancora più evidente.
RispondiEliminaSì, fa ancora più male, se possibile.
Eliminabeh, almeno ti si allenano i sogni che son sempre migliori della realta'
RispondiEliminaQuelli si allenano tutti i giorni. E, a volte, fanno pure un po' male: restano indolenziti.
EliminaBel nick.
Durante le restrizioni ho continuato, e continuo tuttora, a lavorare, e adesso che è cominciata la bella stagione vado in bicicletta. Un pezzo di tragitto è in campagna e mi capita spesso di assistere a spettacoli come quello che hai descritto. Non ci si abitua mai alla bellezza.
RispondiEliminaPer certi versi ti invidio: almeno puoi uscire e pure in bicicletta. Io me la sogno, la bicicletta!
Eliminama come disse qualcuno: "la primavera se ne fotte" :P
RispondiEliminaE non solo la primavera, mi pare.
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