11 novembre 2019

Del suo spazio sfinito


Quando torno da Roma mi sento spaesata e più triste. La città non m'appartiene. Non l'ha mai fatto. Mi tiene a distanza perché non abbiamo occhi che si somiglino. Roma nel suo caos di specchi grigi, nelle sue intenzioni decadute, nei suoi comandanti pagliacci e nei suoi spettri di cristallo e polvere. La osservo con un misto di compassione e imbarazzo: non posso capirla. Troppe lingue, troppi versi, troppo tempo, troppi piedi, troppe facce. Sopravvive perché così deve essere ma cigola e scricchiola e cede e si strappa ogni istante. Quando torno da Roma sento di aver assorbito la sua vecchiaia. E frammenti del suo spazio sfinito.

[foto by VeilaKs]

20 commenti:

  1. leggendoti, spesso ho l'impressione che come me tu ti senta nata in un tempo 'sbagliato'...

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    1. Temo che tu abbia ragione.
      Non credo di stare bene in questo tempo.
      E spesso ho problemi a stare anche in questo spazio.

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  2. anche a me la città inizia a dare segnali ed energie negative, un imbruttimento che prima non avvertivo...

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    1. Ma sei sempre il Pier che conosco?
      Hai cambiato casa?

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    2. lo stesso di prima, ma più a sud :)

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    3. Capito.
      E quindi ora è questo il tuo blog?
      Hai lasciato l'altro? O li tieni entrambi?

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  3. Siamo irrimediabilmente campagnoli. La città a me serve, ma il cuore resta là, al paesuccio, perchè è la mia dimensione, quella del piccolo paese.

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    1. Sì, siamo dei paesanotti... rido.
      In città posso resistere qualche giorno poi, come dici tu, devo tornare dove si trova il mio cuore e la mia mente. Unica dimensione per me contemplabile.

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  4. Visto che anche a me le città (in generale, chi prima chi poi) danno un senso di logorìo e mi innervosiscono, mi viene da pensare: che sia per l'età? A 20-30 anni non era così. Che sia perché tutto è in sfacelo? Questa è più probabile. E forse anche perché, come scrive Teti, probabilmente ci si sente un po' in un tempo sbagliato. Fatto è che riesco a trovare pace ed armonia (quella concessa) solo in luoghi poco popolati.
    p.s. Roma è, comunque, diventata un disastro.

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    1. Io non trovavo vivibili le città nemmeno da giovane. Ora meno di prima.
      Credo che la "quantità" di persone presenti tutte nello stesso spazio e nello stesso tempo sia per me difficile da gestire e da tollerare.

      Eh sì, Roma è un disastro.

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  5. tutto il tuo spaesamento è racchiuso nelle splendide parole che hai messo a titolo e chiusa.
    ml

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  6. Io invece non riesco proprio più a tornare/restare nel mio paesino e in generale in provincia. Dopo un paio d'ore mi manca il fiato, mi sento prigioniero e non vedo l'ora di andarmene. Credo che potrei mollare questa città solo per un'altra città o una metropoli immensa oppure, all'opposto, per luoghi dove la presenza umana è ridotta a pochissime unità.

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    1. Beh, Lugano, a quanto ho letto, è grande praticamente come la cittadina in cui vivo anche io. E definirla "città" mi pare eccessivo.
      La "città" per me è quella in cui vivono molte più persone. Roma ha circa 3 milioni di abitanti. Il paragone è insostenibile.

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    2. intendevo come predisposizione perché proprio non ho mai sopportato di vivere nel mio paese e già Lugano mi sta un po' stretta. ho abitato a Milano e tutte le volte che ci torno sto benissimo e mi succede sempre nelle metropoli e città. quanto mi piacerebbe tornare a vivere a Milano o a Londra.

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    3. Siamo, tanto per cambiare, agli antipodi.
      Io non sopporterei mai di vivere in una città troppo grande. Mi opprime e mi angoscia.

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  7. “Un paese ci vuole - diceva Pavese - non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.

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    1. Uno splendido passaggio, questo.
      Che, ovviamente, mi sento di condividere pienamente.
      Grazie Pino.

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  8. Roma è sconcertante. E non ha il mare, poi...

    Che dirti. Se la prossima volta mi dici dove sei proviamo almeno a prenderci un caffè

    Buona domenica uggiosa...

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    1. Tu vivi a Roma per dovere, se non ricordo male.
      A Roma ci sono tante cose ma ne mancano anche molte: la quiete, lo spazio, il tempo.
      Un abbraccio.

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