Il saggio mi regala un libro. Porta stampata una data lontana: 1869. Dice che è felice di sapere che quel libro potrò custodirlo io. Dice che i suoi figli probabilmente gli farebbero fare una brutta fine. Dice che di certe memorie occorre farne buon uso. Dice che non dobbiamo perderci perché lo stanno facendo in troppi. Lo guardo e lo abbraccio. E' ormai anziano ma ha ancora molto da raccontare. Amo il modo buono con cui mi osserva e amo il suo animo gentile. Ha sempre pensato che condividere quel che si sa sia il modo migliore per tenersi in vita. Ha sempre offerto ricordi e pazienza anche a chi, adesso, sembra averlo messo da parte e dimenticato.
[foto by OlegBreslavtsev]
mi piace l'idea che, offrire ricordi, forse è un modo per non essere mai definitivamente messi da parte e dimenticati.
RispondiEliminaSì, hai ragione.
EliminaSi racconta a chi ha voglia di ascoltare e capire.
Quelle parole diventano semi e restano vive in chi le raccoglie.
Penso anche io che sia così: finché possiamo divulgare, anzi finché abbiamo chi ci ascolta, restiamo in vita.
RispondiEliminaMoz-
Esatto.
EliminaServe volontà di ascolto, in caso contrario si muore in fretta.
"Ha sempre offerto ricordi e pazienza"... che bello quello che hai scritto e che persona speciale dev'essere questo … signore.
RispondiEliminaE speciale anche tu , che sai apprezzare la condivisione e sei capace di "ascoltare"
Sempre bello leggerti
Sì, è un signore molto speciale.
Eliminasi intuisce la preziosità del dono e l'essere stato affidato a mani che non deluderanno chi quel dono ha fatto.
RispondiEliminamassimolegnani
Sì, credo che lui si fidi di me e di ciò che per me significhi quel libro.
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