16 ottobre 2018

Ti faccio sapere

Ci vediamo. Ci sentiamo. Ti chiamo io. Ti faccio sapere. Poi, ovviamente, tutto tace. Perché nessuno ha veramente intenzione di fare quello dice. Perché si dice solo per darsi una scappatoia o, magari, un riparo da future seccature. Ci si annoda a una promessa sfilacciata per accontentare chi c'è e per non apparire indifferenti. In verità oltre all'indifferenza c'è un'ignavia che mordicchia la coscienza e un'impassibilità che trapassa pori e pensieri. Un miscuglio poco azzeccato di malafede e noncuranza che, per mia fortuna, ho imparato ad annusare da lontano. Non credo affatto a frasi già fatte che mi allontanano con garbo né alla tiepida stretta di mano di chi dice ciò che non pensa.

[foto by ambrits]

16 commenti:

  1. sono quelle formule preconfezionate che contengono un'ipocrisia nemmeno troppo occulta... Berne ne troverebbe le ragioni.

    Mi piace tuttavia leggerci un'altra formula, magari rispondendo: guarda che ci conto! e poi è anche vero che è sempre un'arma a doppio taglio..

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    1. Rispondere a queste formule non ha importanza, tanto non cambierebbe nulla.

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  2. è una locuzione raramente autentica, al solito significa il contrario di ciò che afferma
    massimolegnani

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  3. "Ci vediamo, ci sentiamo". Intanto ti rinnovo l'idea di una possibile passeggiata per gli stand di Più libri più liberi... senza malafede e con assoluta assenza di noncuranza ;)

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    1. Grazie per la proposta ma non verrò alla fiera. Mi spiace.

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  4. Un post che fa riflettere su quelle frasi posticce che sarebbe opportuno eliminare dai nostri dialoghi in quanto, il più delle volte, false.
    sinforosa

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    1. Sarebbe molto più onesto non dire nulla piuttosto che pronunciare certe ipocrisie.

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  5. E che dire di tali rapporti con i parenti, quelli che vediamo ogni tanto?

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    1. Anche con certi parenti alcune frasi si sentono di frequente. E si tratta comunque di scemenze adatte all'occasione.

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  6. Promesse che al 90% vengono infrante, a volte perciò meglio non dirle..

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  7. Io ormai agli inviti dei parenti/amici/colleghi per feste comandate, compleanni, anniversari, inviti fuori, serate, concerti o mostre ho smesso di rispondere. nel senso che non rispondo proprio.
    anche perché ormai anche i no o i si' o le risposte ben definite finiscono solo per diventare il primo capitolo di un romanzo interminabile di rotture di scatole.

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    1. Almeno eviti di dire "ti faccio sapere" per non far sapere un bel nulla dopo.

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  8. Quante volte mi è capitato, sto ancora aspettando le risposte ai tanti "mi faccio viva io", "ti farò sapere" ecc..... ma non sarebbe meglio rispondere sinceramente: non mi interessa, non ho voglia, non mi va? viva la sincerità e il contare solo su se stessi. Federica

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    1. Sì, sarebbe sicuramente meglio essere onesti e non dire ciò che non si pensa.

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