3 ottobre 2017

Potrei farne a meno

In fondo potrei farne a meno. Fare a meno di scrivere di un'ennesima strage. Fare a meno di menzionare un uomo bianco che dal trentaduesimo piano di un hotel americano si è messo a sparare sulla folla. Fare a meno di considerare quanti siano i morti o quali armi avesse portato con sé o se con o senza Isis il terrore si inietti dove vuole. Potrei benissimo fare a meno di indignarmi e di starci male, di maledire i pistoleri per hobby e i governanti senza cervello. Potrei farne a meno perché, comunque, nulla cambierà e tra qualche mese o qualche anno sarò di nuovo qui a riproporre le stesse identiche frasi.

[foto by Menoevil]

12 commenti:

  1. invece (a mio avviso) fai bene perché una volta appurato che non si tratta di terrorismo, le altre vite perse diventano poca roba.
    a livello di decibel mediatico fanno molto più rumore due vittime di un pazzo sedicente affiliato all'isis di cinquantanove morti per un pazzo e basta.
    anche la follia come le merci si è globalizzata, del resto se chi governa e dovrebbe 'gestire' gli eccessi minaccia l'atomica, manda la polizia a picchiare i cittadini inermi, imprigiona e tortura i dissidenti, affama la popolazione costringendola a migrare e quando va bene lotta con suo antagonista a suon di minacce e insulti... beh, un po' si spiega...

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    1. Sulla risonanza mediatica di quanto accaduto si ritorna al solito problema dei media: si cerca l'orrore e se non ce ne è abbastanza, si passa altrove.
      Morbosità: la parola d'ordine.

      Io sono rimasta semplicemente sconvolta dalla follia completa di questo soggetto. Mi chiedo come e perché, inutilmente ovvio.

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  2. Io m'interrogo molto su questi eventi, al di là delle giuste, ma spesso noiosissime e fredde/aride analisi sociologiche/politiche, perché ho provato l'ebbrezza sconvolgente, sfrontata, fisica, disturbante, riparatrice, appagante, annichilente, dell'impugnare un'arma e puntare verso un bersaglio.

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    1. E cosa si prova quando quel bersaglio è una persona inerme?

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    2. chissà, forse il potere di disporre liberamente delle vite degli altri, come si dice faccia Dio.

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    3. Ecco, è questo il problema: sentirsi Dio senza averne diritto.

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  3. Quel senso di anacronismo, come se ci stesse sfuggendo qualcosa da sembrare impossibile che tutto questo accada e la coscienza del circostanziale, risulta del tutto nuova ed inaspettata, rispetto a quando infatti credevamo ancora nel cuore dell'uomo. Ora che i baluardi dei valori e del rispetto per la persona in quanto individuo del mondo sono caduti, o non sono mai esistiti, tutto appare sotto una luce nuova, immarcescibile, inaspettata, sorprendente. Il verbo che soggiunge è: andare. Dove non so, ma andare certo in qualche luogo e dimensione nuova e parallela. Anzi non parallela ma divergente, così si scongiura il pericolo di incontrarsi un po' più in la.

    Bentornata dopo certo tempo di assenza nel quale spero tutto sia andato come speravi.

    Latitante anch'io mi accingo a ripercorrere strade abbandonate per un tempo e che non potrei fare a meno di percorrere.


    Uomo

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    1. Rispetto alla nuova strage di Las Vegas continuo a non trovare parole adatte. Ogni volta mi sembra di incappare in una sottospecie di giustificazioni che, comunque, non spiegano e non confortano.
      Colpa di chi?
      Solo follia?
      Perché tanto orrore?

      Abbiamo latitato entrambi. Fuori dai nostri blog. Io sono tornata perché sono tornata un po' più in me. Niente è andato come speravo, in realtà ma non c'era altro da fare.

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  4. L'insensatezza ci spiazza e spiazza soprattutto la ragione.
    Ma, come in questo caso, ci sono da considerare altri aspetti, meno "generici", come la testardaggine della politica americana nel non voler mettere alcun freno alla diffusione delle armi.
    Ho sentito dichiarazioni (credo anche del Trumpone)che vogliono a tutti i costi ridimensionare il problema, scaricando tutto sulla follia, elemento imprevedibile per eccellenza: peccato che da quelle parti le armi le possa tenere chiunque, sano, pazzo o anche solo momentaneamente sano...
    Forse non c'entra niente, ma mi è venuta in mente la dichiarazione di Gori, sindaco di Bergamo, a proposito della strada intitolata a Mussolini.
    Per "giustificare" il suo voto a favore per il mantenimento della dedica, si è espresso -anche- così:
    "...proporre invece la cancellazione è dunque a mio giudizio un errore, che nonostante le comprensibili motivazioni denuncia in fondo una mancanza della necessaria distanza dai fatti della storia, quasi una sorta di rivincita a posteriori che però non cambierebbe nulla. Ecco perché, pur rimandando alla Giunta la decisione effettiva, anticipo che esprimerò un parere contrario alla richiesta di revoca della cittadinanza onoraria attribuita a Benito Mussolini».
    Credimi, sono allibita. Questo non è più revisionismo, è un'altra cosa, di gran lunga peggiore, è superficialità di giudizio.
    A quando una targa ad Hitler?
    O siamo ancora convinti del mito storico della nostra diversità: "italiani brava gente"?

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    1. I venditori di armi sono più potenti di quanto ci si possa immaginare. Non permetteranno a nessuno di scalfire i loro infiniti pozzi di denaro. E quando si ha denaro si arriva in fretta al potere.
      I giochi sono sempre gli stessi.

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  5. ..con me sfondi una porta aperta.. io sono uno dei complottari dell'auto abbattimento delle torri gemelle a semplici fini guerrafondai.. figurati...
    piuttosto.. puoi fare a meno anche di precipitarti alla mia Mostra di foto in quel di Trastevere, Via dell'Arco di S.Calisto 40 fino a domenica 8 ottobre, ore 12 - 21? ;)

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