Si vive, ovvio. Si vive di piaceri. Altrettanto ovvio. Si dice l'amore. Si dice il cibo. Si dice il sesso e si dice anche il resto. Per me si vive anche di conoscenza o canoscenza, per dirla alla Dante. Un altro piacere. Uno dei tanti possibili. Conoscenza che sta nel sapere quel che non ancora so, nel vedere quel che non ho ancora visto e nel pensare quel che non avevo immaginato di pensare. Sta qui, dentro questo procedere e inciampare e scavare e rivedere e abbracciare e acquistare e scovare e rovistare e contemplare uno dei migliori piaceri di essere viventi. E' così per me, ma non è così per tutti. Dov'è la meraviglia?
[foto by birazhayalci]
Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l'ignoranza. Lo diceva Socrate
RispondiEliminaSocrate aveva ragione. Come al solito!
EliminaIl piacere della novità contrapposto alla noia della monotonia.
RispondiEliminaGià questo dovrebbe far desiderare la conoscenza
Eppure per molti la novità passa da tutt'altra parte.
EliminaChe non sia così per tutti non è assolutamente "la meraviglia".
RispondiEliminaMi chiedo quante volte ho avuto l'impressione di camminare solo come uno zombi in una moltitudine di gente che corre non si capisce dove, ma forse erano loro gli zombi e io uno dei pochi privilegiati che ancora crede nei valori della virtude e della canoscenza. Insomma non sono io il bruto, ma loro. Non se ne accorgeranno mai e vivranno beati e contenti, mentre io davanti alla TV dovrò sistematicamente saltare i programmi spazzatura di cui è piena, specialmente Mediaset, e rifugiarmi in un buon linro, magari già letto per scoprirvi quello che generalmente alla prima lettura resta nascosto tra le righe.
Mi consola scoprire di tanto in tanto che non sono il solo.
Eureka.
L.A.
Infatti la domanda finale era meramente retorica. Ma credo sia palese.
EliminaParli di ovvietà che tali non sono: le definirei piuttosto rarità preziose
RispondiEliminaTra ovvietà e rarità c'è un abisso di solito.
Eliminasuccede sempre, la meraviglia, quando vedo il cielo e il tramonto sul mare dalla mia finestra, sempre diverso ogni sera .. e mi dico: non ne avrò mai abbastanza di quest'orizzonte, come farò quando sarò morto?
RispondiEliminaQuando sarai morto sarai un orizzonte. Forse.
EliminaDico sempre che quando mi fermerò davanti a un tramonto senza "meraviglia" e "sorpresa" reale, come se fosse un evento nuovo.. allora mi sarò adeguato alla moltitudine che sfreccia senza rendersi conto di nulla. Senza scorgere, senza stupire. E allora sarà la fine, l'omologazione, la mediocrità elevata a stile di vita.
RispondiEliminaNon parlavo di tramonti.
EliminaAlmeno credo.
..parlavi di piacere e meraviglia.. ;)
RispondiEliminaDel resto cosa c'era dentro quel frutto che tentò Eva? La conoscenza, che racchiudeva in sé tutti piaceri.
RispondiEliminaEd è da lì che ha preso vita la maledizione di chi vive da semplice mortale.
Eliminache poi per me la scoperta di un piacere è quasi sempre stato l'incontro di un dolore. ma va bene così. non è importante. anzi.
RispondiEliminaNon sei un caso isolato. Capita anche a me, o è capitato anche a me, di vivere un piacere e, quasi simultaneamente, una sofferenza.
Eliminaio intendo anche con un libro, un film, un disco. piacere/dolore che mi annullano la testa anche per giorni. un'esperienza totalizzante. anche il corpo. mi scavano dentro e lasciano ferite.
EliminaTu sei troppo "recettivo".
EliminaTemo.