E poi vengo a sapere che la persona con la quale ho collaborato per settimane, quella con cui ho condiviso ansie, qualche problema di troppo e una serie di contrattempi poi risolti non è più dove dovrebbe essere. Perché? Perché prima delle ferie di agosto qualcuno ha pensato che non fosse più il caso di rinnovarle il contratto. Una persona capace, sveglia, perspicace e mentalmente dinamica è stata lasciata a casa. Pare sia per una scelta arrivata direttamente dai piani altissimi che, sempre a quanto pare, decidono a modo loro. Chi è che blatera cretinate sulla meritocrazia? Chi osa riempirsi la bocca e i giornali di rispetto, lealtà ed altri magnifici principi? Tacete, è più dignitoso.
[foto by anapt]
Tutto molto triste...
RispondiEliminaSquallido, oserei dire.
EliminaOh no... Immagino il senso di vuoto e di impotenza...
RispondiEliminaHo parlato con lei solo ieri perché non sapevo nulla di quanto fosse successo.
EliminaOvviamente è molto affranta e moralmente a terra.
Chi non lo sarebbe?
La meritocrazia va bene quando fa comodo e a chi fa comodo.
RispondiEliminaPablo
53 caratteri, compreso il nome: il mio record!
Già: si parla (e si parla solo) di meritocrazia.
EliminaPeccato che non esista. Non nel mondo dei vivi.
Ottima la sintesi.
Non mi sorprendo: ormai è noto che in italiA vige piuttosto la meritofobia. Se uno è troppo bravo, gli conviene far finta di non esserlo, o di esserlo un po' meno... :-(
RispondiEliminaMeritofobia. Definizione eccellente e più che calzante.
EliminaEssere bravi o non esserlo non serve a nessuno. Soprattutto a chi, in ogni caso, si ritrova senza lavoro.
Ma tu davvero credevi alla superballa della meritocrazia?!? Nel paese della sindacalocrazia e della opportunismocrazia? Nel paese delle settemila votazioni per spartirsi il CSM? Ma siamo seri dai... cambiamolo il paese (nel senso: andiamocene via...)
RispondiEliminaNon credo molto alla meritocrazia. Ma stiamo parlando di una azienda molto importante e speravo che le "simpatie" fossero tipiche di aziende più piccole.
EliminaEvidentemente non è così.
Anzi, forse in aziende così grandi ed importanti gli "inciuci" sono più gravi e dannosi.
Sulle votazioni recenti stendo un velo pietoso.
Volevo scriverci su un post, ma ho evitato perché sarebbe stata solo una sequela di insulti.
Quelli che meritano non vanno avanti altrimenti fanno sfigurare quelli più in alto che non meritano.
RispondiEliminaSorrido...
EliminaQuesta logica non fa una piega.
E probabilmente è spesso vicina alla verità.
True Story. Old Story. Purtroppo! :(
RispondiEliminaDesolante, caro Andrea. Desolante.
EliminaI primi che ragliavano di meritocrazia erano la Gelmini al diplomadiplasticamessinese e Brunetta l'assenteista.
RispondiEliminaE questa sarebbe la "testa" del paese.
La parola "meritocrazia", come le parole "libertà", "democrazia", "giustizia", sono tra le più abusate di sempre dai nostri politicanti.
EliminaDovrebbero vergognarsi. Ma non hanno coscienza quindi non sanno cosa sia la vergogna.
Quando ho portato il mio curriculum alle agenzie interinali, ho notato la medesima smorfia sui visi degli addetti alla raccolta delle informazioni personali.
RispondiElimina"troppo professionale" era il coro univoco!
E a nulla è valso cercare di far capire quanto fossi adattabile al mercato!
E' davvero insopportabile il fatto che essere professionali sia un de-merito.
Elimina"Troppo professionale": ma che vuol dire?
Meritocrazia è una parola vuota. Come te diffido di chi la usa per cercare il consenso.
RispondiEliminaE' una parola che hanno svuotato perché, tecnicamente, un senso ce l'avrebbe.
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