Le parole di cipria sono solo polvere che luccica. Pochi istanti di gloria e null'altro. Si soffiano tra le labbra e non lasciano che un'impalpabile traccia di lieve pallore. Spariscono. E lo fanno in fretta. E lo fanno sempre. Le parole di cipria non implicano e non mettono radici. Sorvolano le attese, levitano nello spazio, trascurano il tempo. Forse si gonfiano di noia e qualche volta inciampano in sassolini di speranza. Chi immagina di trovarvi degli appigli o qualche ombra sbaglia di grosso. Le parole di cipria incarnano l'evanescenza perché non hanno anima né corpo. Bellissime e sublimi ma atrocemente fatte di nulla.
[foto by OnurY]
non so perchè ma penso a un libro di Fabio Volo di cui lessi distrattamente qualche pagina in una sperduta libreria
RispondiEliminaNon ho mai letto Fabio Volo. Ed immagino che non lo leggerò mai. Non è esattamente nelle mie corde e neppure nelle mie intenzioni.
EliminaMa se tu dici che questo post dedicato alle parole di cipria (o parole inutili e vuote) ti ha riportato a quelle pagine di Volo, chi sono io per contraddirti?
Sorrido...
In modo molto più prosaico, oggi si chiamano "aria fritta'.
RispondiEliminaLa tua definizione è più elegante ma il loro significato è identico : ZERO.
Cristiana
Aria fritta.
EliminaEsattamente...
Io ci ho messo di mezzo la cipria perché mi pareva un'immagine più elegante, ma il senso è lo stesso, cara cristiana!