Nei territori del non detto mi aggiro scalza e ad occhi chiusi. Perché è in queste regioni d'ovatta e spirito che ritrovo l'incandescenza del vissuto che vorrei e che continuo a volere. Il non detto a volte è solo un'attesa di tempo, quella che separa gli occhi dal fiato che darà corpo alle parole. In altri casi è intriso della materia da cui ci si è sottratti per viltà o per troppo coraggio. A volte basta appena a celare un sogno improbabile o stupidamente lontano. Nei territori del non detto c'è aria a sufficienza per alimentarsi o per farsi del male. Il limite sfuma in un groviglio di pensieri o di promesse lasciate a dondolare.
[foto by Yokofashion]
Sono i territori di voi femmine, quelli del non detto.
RispondiEliminaQuelli nei quali voi vi muovete meglio, con le vostre spirali.
EliminaI territori del non detto sono per noi "femmine" ma anche per voi "maschi".
EliminaForse noi abbiamo una maggiore abilità di movimento, ma è solo questione di confidenza con se stesse e di una maggiore tendenza all'introspezione.
Cosa di cui, voi "maschi", siete spesso (non sempre e non tutti) carenti.
Dovere, Vincenzo.
Eliminail miglior tacer non fu mai scritto insomma :)
RispondiEliminaho sempre trovato questo territorio un campo minato
Tacere porta in sé materie diverse.
EliminaScrivere un silenzio vuol dire profanarlo, in genere.
Eppure c'è chi è stato capace di scriverne lo stesso. E meravigliosamente.
Io nei territori del non detto giro con le scarpe antinfortunistiche, se ti fai male lì poi non puoi dirlo a nessuno.
RispondiEliminaOps.
EliminaA questo non avevo pensato.
Però penso proprio che continuerò a girardi a piedi nudi.
io non riesco a girare scalzo e ad occhi chiusi... troppo "affollato" e pieno di spigoli pericolosi...
RispondiEliminaE' colpa tua: non metti mai in ordine!
EliminaE' normale che poi tu debba tenere gli occhi ben aperti.
L'importante è che non diventi aspettando godot.
RispondiEliminaPotrebbe anche esserlo...
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