21 febbraio 2014

Blog di troppe parole

Non leggo i post troppo lunghi. Neppure quelli dei blogger amici. Ho sempre pensato che il blog e Internet, più in generale, siano nati per letture immediate e fugaci. Ciò non esclude la profondità, s'intende. Eppure trovo che in troppi usino troppe parole. Anche qui. Una mole di frasi che pretendono quell'attenzione che non ho voglia né tempo di offrire. Non parlo di qualità, quella è soggettiva ed opinabile. Parlo di mera, banalissima quantità. Tutto ciò che supera la dozzina di righe mi porta a sorvolare e leggere oltre. Forse è pigrizia. Forse solo ragionevole noia.

[foto by tothzoli001]

26 commenti:

  1. Una posizione del tutto personale che in quanto tale va rispettata. Forse hai ragione tu e torto chi, come me a volte, abbonda di parole per descrivere certe situazioni. Rimango però un pochino perplesso. Come fare a descrivere un qualcosa che sia la componente di molti sentimenti usando una dozzina di righe? Come avrei potuto io parlare dei miei 80 anni in dodici righe? Avrei potuto certamente farne un annuncio, ma non dare al post quel senso di racconto che volevo.
    Ma stiamo cadendo nel personale ed è sbagliato.
    In genere si può, accettiamolo, ma si deve produrre un altro tipo di discorso col proprio pubblico, quello che fai tu, magistralmente.

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    1. Sì, è una posizione personalissima. Non la più saggia, non la più stupida.
      Una delle tante possibili. Non credo di aver ragione e neppure di aver torto. E' il mio approccio ai blog. Semplicemente.
      So che tu scrivi molto. Eppure sarebbe divertente riuscire a raccontare 80 anni di vita in sole 12 righe. Anzi, ti sfido a farlo.
      Secondo me saresti capace di farlo!
      Vero?

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    2. Forse hai capito tu di me più di quanto io possa immaginare, per esempio che le sfide mi mettono la febbre addosso. OK! ci provo, ma non subito, adesso devo uscire con Anna Maria.
      Non se però se ti piacerà quello che uscirà fuori.

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    3. Euri, ecco il pezzo.

      Mi aspettavano tre mesi dopo ma non sono arrivato tre mesi prima: si era confusa mamma. All'una di notte del 9.2.34 la levatrice si stufò di aspettare e mi trascinò fuori a mani nude. Scaricato sul pianeta a viva forza ho vissuto la vita come se ogni giorno fosse quello decisivo, sempre navigando di bolina, cioè controcorrente, perché la corrente ti porta al largo oppure a naufragare sugli scogli. Nei miei primi 40 anni mi sono sposato e ho generato quattro figli. Nei secondi 40 li ho addestrati; ho visto nascere e crescere sei nipoti;ho dipinto quadri;ho scritto romanzi racconti, poesie e ho conosciuto sul web gente fantastica, come quella che mi ha sfidato a sintetizzare in una dozzina di righe 80 anni, cosa che ho accettato di fare da quel matto che sono.

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    4. Ero sicurissima che avresti raccolto la mia piccola sfida. Sei molto competitivo. E ti piace stare al gioco...

      Vedi?
      Si possono raccontare 80 anni di vita in dodici righe. Perché in dodici righe ci può stare qualsiasi cosa. Basta volerlo. Io lo faccio sempre. Tu solo stavolta, credo.
      In un certo senso è una scommessa. Non è sempre facile dire tutto in così poco spazio. E farlo anche con un certo stile. Dilungarsi, forse, è un po' più facile.

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    5. Dilungarsi è più facile quando si sa fare il dovuto uso di sostantivi, aggettivi, avverbi e congiuntivi, anche se poi ci scappa qualche apostrofo di troppo....
      Nel mio post sui miei ottanta anni mi sono molto divertito. Ammetto però di essermi tanto divertito anche questa volta e non solo per via della sfida. Giuro.

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    6. scusate se mi permetto di intromettermi ma...
      e raccontare 80 anni a... puntate? ^_^

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    7. Potrebbe essere un'idea.
      Vincenzo che ne pensi?

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  2. Premesso che la sintesi è una meravigliosa virtù, non credo sia mai una questione di lunghezza. Su Cippicippi bisogna usare 140 caratteri, eppure il 99,99% delle cose twittate nel mondo sono noiose, inutili e stupide. A volte dici più cose interessanti e intelligenti tu in 12 righe che certi scrittorucoli in 500 pagine. Altre volte possono rischiare di essere prolisse e superflue persino le tue 12 righe, mentre ci sono post da quattro cartelle che si leggono che è una libidine, e sono pure divertenti. Personalmente non vorrei mai essere schiavo di un format, anche se questo del tuo blog è una buonissima idea (ma forse al tuo posto avrei detto qualsiasi cosa tranne "dozzina" di righe, per non sembrare troppo autocelebrativo: avrei detto decina, o ventina... :D). Viva la varietà.

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    1. Ti assicuro, Zio, che non ho mai contato le righe che compongono i miei post. Ho scritto "dozzina" per puro caso... e tutto ciò mi fa sorridere!

      La lunghezza non garantisce nulla. Ovvio. Infatti non parlo di qualità, come ho scritto. Mi riferisco solo alla quantità di parole che in troppi utilizzano per parlare di qualsiasi cosa. Come sai, oltre che la sintesi, per me è fondamentale anche la selezione: dire meno e dire meglio. Sarebbe il massimo!

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    2. In linea di principio posso essere d'accordo con te (sono per il "M'illumino d'immenso" e per il romanzo più breve della letteratura mondiale: "For sale, baby shoes, never worn", un romanzo completo in 6 parole di E. Hemingway). Ma sono d'accordo anche con zio Scriba: meglio non giudicare in via pregiudiziale. A volte incappo in certi post che vorrei non finissero mai.

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    3. Il mio non è propriamente un giudizio. Semplicemente mi scoraggiano i post troppo lunghi. Non mi attraggono perché contengono troppe parole. E' uno dei miei tanti limiti! Sorrido...

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  3. Una posizione del tutto personale che in quanto piubblicata va discussa e criticata. Il tuo è solo un preconcetto, cioè un'idea assoluta e precostituita avulsa da tutto e da tutti. Così come l'hai espressa è foriera di una moda che oltre a distruggere la scrittura la riduce a un SMS senza via di uscita.
    Si può essere sintetici oppure non è possibile esserlo ma esserrlo per "obbligo"è un cilicio sciocco. Tu devo dire con ostinata coerenza affermi il tuo principio da sempre su questo tuo blog ed io lo contarddico con altretanto ostinato vigore. Si può scrivere entro le 12 righe se è il caso ma quello che tu dici nel post lo sconfessi poi nella risposta a zio Scriba. La verità è che questa tua idea, secondo me, non ha alcun senso e tu la brandisci per sfuggire ai confronti: non leggendo e giudicando a priori appena ti accorgi che chi scrive è "lungo", troppo lungo. Per essere brevi è solo una scusa incomprensibile.

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    1. Conosco perfettamente il tuo parere. Ne abbiamo parlato in varie circostanze, senza giungere ad alcun punto in comune. Tu rimani convinto delle tue idee, io delle mie. Legittime entrambe.
      E' ovvio che la mia sia una posizione del tutto personale. E cosa se no?
      Non credo che il mio modo di vedere i post sia mortificante o distruttivo. E' solo uno dei tanti modi possibili di interpretare e percepire la realtà presente sui blog. Essere sintetici è una scelta stilistica, direi. Non un obbligo. Sono coerente con quanto affermato in varie occasioni? Bene. Per me è un piccolo vanto.
      Non mi contraddico neppure rispondendo a Zio Scriba visto che confermo che la lunghezza (o la brevità) non garantiscono nulla. Infatti, ribadisco, non parlo di qualità ma di banalissima quantità. E i due elementi non sono necessariamente connessi. Io scrivo post brevi. Sempre. Ciò non sottintende che siano anche buoni post. Non ho detto nulla del genere. Mi pare.

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  4. Anch'io fatico a leggere più di tot righe; sarà perchè nella vita
    ho avuto a che fare con cose complesse e l'idea che le righe
    siano troppe significa, per me, dovermi sforzare ancora...

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    1. Non so quali fatiche abbia dovuto sostenere nella tua vita. E non mi permetto di contraddirti... io lo faccio per non annoiarmi, tu per non stancarti.

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    2. è che non riesco più a concentrarmi ^_^

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  5. Ricordo a tutti un caposaldo della critica: "Poesia e non poesia" di Benedetto Croce. Sosteneva l'autore non essere vero che un genere poetico, ad esempio l'epica o la tragedia, fosse superiore a prescindere dalla lirica. Tutto è valido in quanto poesia, purché sia tale, cioè non esiste un genere superiore al resto ma la buona poesia e la cattiva, cioè la non poesia.
    Lo stesso si può dire della pittura, della musica e per traslato anche di un blog: ci sono i buoni blog, corti di poche righe e lunghissimi, e ci sono i pessimi blog, lunghi o corti che siano.
    Da persona intelligente che sei non potrai che essere d'accordo, Euri, ed anche i nostri amici compreso l'eterno insoddisfatto enzorasi.

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    1. D'accordo eccome, caro Vincenzo.
      Credo di averlo scritto almeno quattro volte, sopra: non c'è alcuna attinenza tra quantità e qualità. Non è un discorso di questo tipo, il mio.
      Ma questo messaggio sembra non passare.
      Esistono blog pessimi e blog ottimi. Ma né in un caso né nell'altro la quantità delle parole è un discrimine.
      E' un discrimine solo per me (e parlo per me) che scelgo di non leggere quelli troppo lunghi. Personalmente preferirei che tutti i blogger scrivessero poche righe ogni volta, ma è il mio pensiero e la mia fisima. Non è un dogma.

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  6. Questione mai risolta quella della scala della mappa.

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  7. euri ti svelo un segreto..per un attimo ho pensato che tu facessi la stessa cosa con le pagine dei libri :D Ma era solo mera invidia, solo perché stavamo leggendo lo stesso libro e poi tu ... ecco ... tu sei andata come un siluro mentre io ero ancora ai blocchi ! ;) ti abbraccio
    hanabeldirà

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    1. Sono sincera: i libri molto, molto, molto grandi non mi attraggono.
      E quale sarebbe il libro che io avrei finito in un lampo?

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    2. scrittura cuneiforme e recentemente storia di Irene!
      Buona serata :*
      hanabeldirà

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