Ma stiamo morendo tutti di efficienza e abbiamo bisogno proprio di poesia.
Adriana Zarri
Il massimo: e bene e subito. Andiamo avanti così, giusto? Efficienti come macchine. Funzionali come automi. Veloci, produttivi e dinamici. Ce lo chiede la bocca ingorda del mondo e non si può restare indietro. Si rischia di essere travolti, fagocitati e digeriti. Fino a sparire. Tutto ha la sua ineccepibile utilità. Ciò che non serve si recide e si lascia morire. Non serve poesia, non serve bellezza, non serve contemplazione. Non servono perché non generano necessariamente profitto. Eppure, ora più che mai, ne avremmo un disperato bisogno, anche se non restituiscono nulla di calcolabile in somme o sottrazioni.
[foto by DenisOlivier]
La vedo tristemente come te, cara Mia.
RispondiEliminaAlmeno non sono sola!
Eliminamah!
RispondiEliminaveramente io vedo più inefficienza che efficienza, vero che però il succo resta identico a quello che hai detto.
Hai ragione, teti. In Italia l'inefficienza è la norma. Eppure tutti si sentono efficienti, hai notato.
EliminaForse dipende dai contesti. C'è chi sa che deve dare il massimo e chi si limita a fare solo il minimo indispensabile. Ma il problema resta.
l'alchimia della trasformazione...
Eliminada efficienti a deficienti.
Sorrido.
EliminaEh già...
Però che bello NON SERVIRE. In TUTTI i sensi... :)
RispondiEliminaE' più che bello!
EliminaE' sensazionale...
finirà finirà
RispondiEliminaDici?
EliminaChissà quando...
Io ho un vantaggio, me ne rendo conto -purtroppo- ogni giorno che passa: la mia età mi consente di fregarmene di questi santoni che predicano un futuro basato esclusivamente sul profitto. Il futuro è l'uomo, senza l'uomo non esiste il mondo; il futuro è la poesia, il futuro è l'arte, il futuro è la scienza se servirà a migliorare la condizione di vita dell'uomo e dargli la possibilità di essere se stesso pienamente dal suo primo vagito emesso coi pugni chiusi all'ultimo lamento lasciato uscire con le palme aperte.
RispondiEliminaIl futuro è impensabile, oggi.
EliminaNon viene usato più nemmeno come forma verbale. Nessuno si sente forte abbastanza da fare programmi proiettati in un tempo che deve ancora venire.
Questa sfiducia, ovviamente, si riflette un po' in ogni atto. Chiaramente la mancanza di attenzione nei riguardi di ciò che non "serve" o non genera "profitti" credo rientri nei giochi contemporanei.
Avevo lasciato un commento al post precedente ma non c'è più: qualcosa non andava? :-(
RispondiEliminaVeramente il tuo commento al post precedente c'è. Ed ho anche risposto.
EliminaForse blogspot sta avendo qualche problema. Forse non ti fa visualizzare tutto....
Sui blog un po' di poesia la si fa ancora.
RispondiEliminaLo conferma la mia presenza! :-D
Sorrido...
EliminaCome volevasi dimostrare.
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