Ce li ho scritti in faccia i miei silenzi. In quei tre solchi che si stagliano come artigli proprio al centro della fronte quando penso e appartengo a qualche altrove. Sillabe mute che arpionano nuvole e si fanno regole di linguaggio di occhi incupiti e aspri. Esisto nel silenzio delle parole che scrivo e che non torno a leggere perché certa di non riconoscermi abbastanza oppure in quello di una cantilena sussurrata piano lungo una strada di polvere in estate. I ricordi si lasciano ricordare a modo loro e chiedono memoria. Li conservo con cura per farli ricordare a chi, come me, non smette di ascoltarli in silenzio.
Purtroppo i silenzi non si possono scrivere, perché sono convinto che potrebbero essere i migliori dei nostri componimenti.
RispondiEliminaCondivido totalmente. E' che detto da te fa un po' impressione!
EliminaSorrido...
Ci sono cose che non posso dire per non impressionare? Non lo sapevo... :)
RispondiEliminaPuoi dire e dici praticamente tutto. Ecco perché mi impressiona sapere che conosci i silenzi.
Eliminai ricordi certe volte mi mettono ansia
RispondiEliminaAnche a me. Ma non tutti, per fortuna. Quando capita cerco di dissolverli in fretta.
EliminaQuando scrivi o urli o sei silenziosissima
RispondiEliminaQuando scrivo o urlo o sono silenziosissima
EliminaE poi in questo cicaleccio generale dove non si parla ma si chiacchiera, le parole, quelle vere, vengono valorizzate dai silenzi.
RispondiEliminaCome per la musica no?
EliminaSono le pause a fare la diffenza.
Proprio come nella musica, sì.
EliminaPerfetto. Siamo d'accordo!
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