"Mi ricordo di te" mi dice "Tu sei quella che legge". Sì, sono quella che legge. E che scrive pure, tanto per non farci mancare niente. Ogni volta mi fa sorridere l'essere riconosciuta come "quella che legge". E un po' mi piace. Potrei essere ricordata per altro, forse. E invece no. Mi ricordano perché leggo. Credo possa persino essere un vanto, e magari lo è davvero. Subito dopo c'è la domanda di rito: "Cosa stai leggendo?". Ma la ricevo solo da chi sa cosa significhi leggere. Infatti rispondo, solitamente con piacere.
[foto by evenliu]
Sei quella che legge è uno dei migliori titoli nobiliariche abbia mai sentito fin'ora. L'unico accettabile, direi
RispondiEliminaNobiliare non credo. Forse nobilitante in senso etico.
EliminaParadossalmente all'aumentata disponibilità di libri, non corrisponde, almeno non più, un aumento dei lettori.
RispondiEliminaSpero sempre sia un fenomeno solo italiano, giusto per circoscrivere il danno. Oggi quella che legge per una certa fascia di persone, potrebbe essere quasi una snob eccentrica e demodé.
In effetti, a volte, vengo giudicata snob perché leggo. Ma è il giudizio di chi di solito non sfiora un libro nemmeno per sbaglio.
EliminaChe poi, diciamolo, non stai leggendo il giornale 🙂
RispondiEliminaRido! No, non sto leggendo il giornale
EliminaSempre meno quelli che leggono..saltano all'occhio..
RispondiEliminaDi solito siamo i meno visibili.
Eliminadi solito, tra gente che legge, basta uno sguardo per riconoscersi.
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