24 ottobre 2022

Testa vuota

Testa vuota e, dentro, poche parole sconnesse. Mi guardo nel riflesso traslucido del monitor e penso che, forse, in alcuni momenti, le parole si stanchino di me. Ne scrivo a centinaia, ogni giorno. Le consumo e le snocciolo furiose e, alla fine, alla vera me resta ben poco. Sarà per questo che fatico a rintracciarle e a maneggiarle. Anche adesso. Non arrivano, non le sento, non mi inchiodano ai pensieri come dovrebbero. Saranno sfinite da queste dita che non sanno più carezzarle, saranno nauseate da occhi che non possono metterle a fuoco. In fondo le capisco: ci si stanca anche di chi ti ama follemente.

[foto by Karezoid]

10 commenti:

  1. Lo strano caso di Euridix persa nella nebbia cognitiva
    Scherzo ovviamente :)

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    1. Oddio... forse non proprio, ma smarrita nella nebbia, di tanto in tanto, mi sento.

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  2. Ridacchio: a me succede dal 2000, quando mi hanno scoperchiato il cranio...
    Se ti può consolare, è un fenomeno intermittente: quando meno te lo aspetti c'è un piccolo Big Bang e scopri (o riscopri) un mondo.

    (Nel mio caso patologico il big bang si trasforma repentinamente nel Big Ben a mezzogiorno, ma ormai ci sono abituata!)

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    1. Scoperchiato il cranio!?
      Santo cielo...

      Credo che la mia condizione di "testa vuota" sia meno seria. Temo nasca, fondamentalmente, da una stanchezza che non passa e, forse, anche dalla monotonia del dover fare e rifare e rifare e rifare...

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  3. Le parole hanno sempre meno importanza in questo nostro mondo ed è per questa che la poesia e rigettata ai margini.

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    1. Le parole restano essenziali, in ogni tempo.
      Sono le persone a farne un pessimo uso.

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  4. Non arrivano,non le sento....succede anche a me
    Ultimamente molto spesso
    Così...mi rifugio in un silenzio senza parole...
    Ma le tue...le tue arrivano sempre...anche quando non le senti!
    Un caro saluto

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    1. Le mie devo strapparle via con violenza. Non arrivano da sole, purtroppo. Non facilmente come in altri momenti.

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  5. Bisogna assecondare i flussi, approfittare delle ispirazioni, non abbattersi nei periodi di vuoto, comunque ci si incontra, tra noi e noi, scoprendo lati nascosti, e meno loquaci, discreti, che attendono solo un saluto, una parola da far loro.

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    1. Sì, bisogna lasciare che passi. Perché passa sempre.

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