20 marzo 2018

Faccio domande

Faccio domande per capire se ho capito. Faccio domande per aprirmi a ciò che non ho afferrato o che non domino come vorrei. Faccio domande quando ho già finito di ascoltare perché so perfettamente che osservare e tacere è già un modo per ricevere risposte in abbondanza. Nelle domande, come mi capita di notare, c'è già una forma di sottilissima intelligenza che nelle risposte potrebbe mancare. La domanda crea una frattura, un inciampo o un imbarazzo. Si formula e ci si mette a disagio ma è il sistema più immediato per non rimanere barricati nella propria saccenza o arroganza che, si sa, non conducono in nessun luogo.

[foto by windrides]

8 commenti:

  1. Spunto interessante! Saccenza che a volte fa coppia con la stupidità. "Nel vocabolario dello stupido manca il termine perché. Egli non percepisce il dubbio, non ha un senso critico..."
    Vittorio Andreoli

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    1. I "perché" devono necessariamente costellare la vita di chiunque. Ogni domanda ed ogni risposta offrono opportunità ed aperture a cui, a volte, non si potrebbe arrivare da soli.

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  2. Formulare domande e curare il contradditorio senza rimanere inamovibili sulla propria posizione e senza deridere l'interlocutore. Questo aiuta a capire, a crescere, a correggersi anche, ad afferrare particolari sfuggiti, a riformulare un giudizio e, poi, anche, a rimanere nella medesima situazione di partenza, una volta valutate tutte le eccezioni. Ecco, la cosa peggiore è il barricarsi.

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    1. Il dialogo prevede un confronto costante, una volontà di ascolto, prima di tutto. Ho conosciuto persone che si illudevano di dialogare ma, in realtà, si preoccupavano solo di far prevalere il loro punto di vista e si dilungavano in monologhi travestiti da tutt'altro.

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    2. Siamo tutti un po' pieni di noi... ma motivando con sensibilità e raziocinio, si ottengono revisioni. Certo poi c'è il gusto personale, e quello è refrattario ad ogni logica. ;)

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    3. Il gusto personale è una cosa, l'ostinazione è un'altra. A volte non si riesce proprio a vedere (né ascoltare) la ragione o l'opinione dell'altro. Si rimane arroccati lì dove si è, senza aprirsi mai realmente.

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  3. Però non mi sembrano domande volte a capire quanto a dimostrare la pochezza intellettuale dell'interlocutore. Quella "sottilissima intelligenza (nelle domande) che nelle risposte potrebbe mancare" mi fa pensare al micidiale candore con cui, attraverso un semplici interrogativo, vengono smantellati ampollosi costrutti dell'altro.
    massimolegnani

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    1. Quando ho scritto che a volte nelle domande si annida una "sottilissima intelligenza" non intendevo dire che la domanda viene posta per annichilire chi dovrebbe rispondere ma, più semplicemente, che a volte nella domanda si ritrova una piccola scintilla di "genio", quella che evidenzia una visione nuova, una posizione inaspettata, un dubbio più profondo.
      A volte le domande possono diventare più interessanti delle risposte.

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