Conosco quel morso infame che blocca il fiato e deglutisce amarezza. Conosco l'ansia beffarda che ragiona per te anche quando non vorresti concederle nessuna confidenza. Conosco l'impotenza acefala e cocciuta che spreme ogni cellula come fosse di cera. E conosco il soffitto di notti passate a conteggiare visioni di spine e scale e oblii e ferite. Sono tormenti che ho scacciato dopo aver lasciato che rovinassero tanta parte di me. Ora sono distante abbastanza da quegli inferni per sperare che nessun altro debba rimanerci invischiato. Nemmeno tu. Respira a fondo e stringi il buono che c'è perché c'è ed è abbastanza per vivere.
[foto by Sea-of-Ice]
Grazie...
RispondiEliminaSolo condivisione e pura empatia.
EliminaTi ringrazio anch'io, bellezza.
RispondiEliminaDi nulla!
EliminaA volte basta e avanza, a volte te lo fai bastare e poi ci sono quei giorni (rari) che la vita sembra fatta su misura.
RispondiEliminaDi recente sto imparando a vedere quell'abbastanza anche nel poco che può esserci.
EliminaNon credo di conoscerlo. E soffro questa assenza. Ma è solo un soffio impercettibile che gioca a scimmiottare tempeste.
RispondiEliminaForse serve l'occasione giusta per imparare a trovare quel buono di cui parlo.
EliminaGli ultimi post li leggo come un unico articolo. Mi immmalinconisci.
RispondiEliminaMi spiace.
EliminaSi impara. Si impara andando avanti nel percorso delle nostre vite. Tu hai imparato. Anch'io.
RispondiEliminaSto ancora imparando.
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