I grovigli della coscienza se li spiega a mala pena la coscienza stessa. Ma è sempre ammirevole osservare i meccanismi scomposti della colpa. Perché, nonostante i fluidi ricorsi del quotidiano, nonostante gli ammiccamenti di silenzi lasciati a decantare o solo abbandonati nell'etere, c'è sempre una colpa, se c'è, a gravare nel sonno. E quel suono, lieve come fiato, pigia e piega la materialità di certi atti. Induce a cercare soffici vie per cancellare o rimediare al torto già fatto e mai rimosso. Poi, di certo, c'è anche la colpa di chi tace e scompare per non sentirsi addosso il debito di una macchia che non ha il cuore di estinguere.
[foto by Alshain4]
Leggo.
RispondiEliminaPoi rileggo.
Infine il pensiero, un po' perplesso-divertito-sarcastico-e pure lievemente incavolato: va be', saranno anche i grovigli della coscienza... ma perché sentirsi sempre addosso quel debito?
Se non si riesce a dare una soluzione al senso di colpa, questo può divorare chi lo prova. Ma c'è anche chi lo evita clamorosamente dandosi alla fuga. Una forma di vigliaccheria molto diffusa.
EliminaNon capisco. Forse perché il "senso di colpa" mi è estraneo...
RispondiEliminaBeato te.
EliminaScusa la tendenza a cavillare, ma non lo capisco: vero che le nostre scelte sono influenzate da tanti fattori esterni, però alla fine - per quello che mi riguarda - sono abituata a scegliere e affrontare le conseguenze delle mie scelte. Non ha senso sentirsi in colpa per valutazioni errate o scelte non buone: ho sbagliato spesso, sicuramente combinerò ancora qualche guaio, sentirmi anche in colpa è come prolungare una scelta non felice.
RispondiEliminaLa colpa non è altro che la consapevolezza di aver fatto del male a qualcuno. E non parlo del senso meramente cristiano di tale sensazione. A te non capita mai di avvertire un disagio pensando che un tuo gesto ha causato dolore ad un'altra persona?
EliminaNo.
EliminaLo so, è una risposta brutale, ma di solito penso molto prima di agire.
Ammetto che ho una vita lentissima, quasi segregata, quindi ho tempi di azione/reazione diversi. Forse è uno dei pochi vantaggi della disabilità.
Be'... sei fortunata tu, allora.
EliminaNon è da tutti agire senza fare mai un torto a nessuno. A prescindere dalla velocità di azione o di reazione. Non è quello che fa la differenza, secondo me.
Riconoscere un torto è già un modo per estinguerlo
RispondiEliminaRiuscire a chiamarlo con il suo nome, possibilmente anche davanti ad altro/i è ancora meglio.
Bisogna avere una buona confidenza con sé stessi per riuscire nell'opera di riconoscere i propri errori: pochissimi sanno essere amici e confidenti della propria fragilità.
Ciao,
T
Sono d'accordo con te: riconoscere un torto è già un modo per intraprendere il percorso dell'estinzione.
EliminaAmmetterlo di fronte ad un'altra persona è il passo successivo. Ma non tutti sanno arrivarci.