Me lo chiedono spesso. Non capisco nemmeno perché dovrei scrivere un libro. Anche perché i libri si scrivono affinché qualcuno li legga ed io non penso di avere nulla di così interessante da dire. Leggo, ecco. Leggo e mi piace farlo. Penso che di scrittori ce ne siano fin troppi. Così tanti che nessuno riuscirà mai a leggerli e a conoscerli decentemente. Servirebbe, nell'economia delle cose, qualcuno che smetta di scrivere ed inizi a leggere. Diventare un'ottima lettrice, è questa la mia aspirazione. I libri da scrivere li lascio scrivere agli altri. Ammesso che sappiano farlo.
[foto by Jeroneos]
Fuori i nomi!
RispondiEliminaI nomi di chi?
RispondiEliminaDi quelli che devono smettere di scrivere.
RispondiEliminaBaricco in primis poi Sorrentino, Ammaniti, Faletti, Volo.
RispondiEliminaTralasciando i vari classici: Moccia, Vespa e regali di natale
Non faccio nomi!
RispondiEliminaOpto per l'omertà...
Facciamo così: dimmeli tu, je_est, i nomi di chi vorresti che smettesse di scrivere libri.
Anonimo (chi sei?): piuttosto spietato, vedo. Anche se almeno per 5 dei tuoi 6 nomi sono d'accordo con te!
Io non vorrei far smettere nessuno. Se vedo che qualcuno non mi piace, da lì in poi lo evito. Ero curioso di sapere i tuoi spreferiti, o nostra Dea.
RispondiEliminaIn un epoca in cui anche cani e maiali scrivono,il miglior autore è colui che legge e sta in silenzio.Ci si troverebbe anche davanti ad umilianti concorrenze,perchè la maggior parte del popolo desidera leggere brandelli di storielle d'amore;adolescenti repressi che vogliono crescere in fretta.Sono d'accordo con i suddetti nomi,in primis Moccia:lo odio.Ha contribuito a rendere il popolo degli adolescenti più stupidi che mai.Libri da seppellire "tre metri sotto terra!".
RispondiElimina@ je_est: Se non la pianti (mannaggia Veil...) ti prendo a morsi!
RispondiEliminaDiciamo che non stravedo per gente come quella nominata da Anonimo, qui sopra.
PS ecco vedi Euridice?Non solo io ti chiamo Dea,c'è anche je_est che lo fa ;-)
RispondiElimina@ Veil: anche i maiali scrivono? pensavo lo facessero solo i somari... scherzo!
RispondiEliminaDi certo i libri di Moccia non sono il massimo della profondità, almeno credo, visto che non ne ho mai letto uno e Dio non voglia che ne legga mai uno in vita mia. Sarebbe un suicidio culturale senza precedenti.
@ Veil 2: infatti cercate di smetterla entrambi!
RispondiEliminaIo e Veil ti siamo devotissimi, non abbiamo nessuna intenzione di smettere.
RispondiEliminaScrivere un libro non è cosa da poco.
RispondiEliminaCi va costanza, passione, tempo, idee.
Credo che siano rimasti veramente in pochi a saperlo fare.
Farsi carico delle aspettative degli altri richiede, inoltre, una buone dose di sano e costruttivo narcisismo.
Io invece mi domandavo chi potesse essere lo scrittore dell'elenco che avresti voluto salvare.
RispondiEliminaSarei pronto a scommettere su Ammaniti anche perché l'alternativa più credibile sarebbe Baricco ma le bariccoliane convinte sono veneratrici di un idolo e mal accettano il sacrilegio e non mi sembrava ci fosse nulla di tutto questo nel tono della tua risposta.
In ogni caso son pronto ad ammettere di essere una persona astiosa e, nonostante sia stato l'unico ad aver fatto i nomi, ne avrei anche altri.
@ Amore_immaginato: idee, senz'altro. Ottime, non solo buone. Costanza, sicuramente. Io aggiungerei anche talento, originalità, inventiva e acume (non l'amico di je_est!).
RispondiEliminaVero: chi scrive libri è necessariamente anche un po' narcisista. Ma non è detto che debba essere un male... no?
@ Anonimo "astioso": hai vinto la scommessa, direi. Salverei Ammaniti di cui ho letto un paio di libri. Non molti, sono sincera, ma non mi è dispiaciuto.
RispondiEliminaBaricco l'ho letto quando ero piuttosto giovane. E' "suggestivo", ma dopo un po' sa diventare di una noia imbarazzante (con tutto il rispetto per chi lo legge e lo ama).
E quali sarebbero gli altri nomi? Suppongo che la lista non sia nemmeno tanto breve.
Al contrario: in questo caso è una dote necessaria.
RispondiEliminaCi sono molti che s'improvvisano scrittori senza neppure sapere da che parte cominciare e che nonostante scrivano cose terribili (un esempio per tutti: Melissa P.) riescono a farsi pubblicare i loro abomini.
Il talento non basta e a volte neppure serve.
Bisogna solo avere molto, moltissimo culo!
Oppure le conoscenze giuste.
Come sempre e come ovunque!
A lungo andare, però, il "culo" (anche se ha funzionato per il primo lancio) non regge.
RispondiEliminaPuò andare bene una volta o due poi, soprattutto nel mondo dei libri e della scrittura, se sei una capra, non vendi.
Melissa P. ne è la dimostrazione: chi l'ha più sentita o vista? A parte il fatto che io, personalmente, non l'avevo vista, né sentita, né (soprattutto) letta nemmeno prima!
premetto che anche per quanto mi riguarda ho avuto un senso di profondo disagio a vedere che a questa ragazzetta fosse consentito di rendere pubbliche le sue fantasie e verità sessuali.
RispondiEliminaNon l'ho mai letta ma mi sono persa in qualche recensione.
Ti sbagli sul fatto che sia sparita, ha appena pubblicato il suo nuovo romanzo ed è recentemente stata ospite di Victoria Cabello.
Non posso raccontare nulla! Uh, quante cose potrei dire su almeno i 2/3 dei nomi citati. Ti farei divertire un sacco. Per quanto mi riguarda, sono meno severo. Ci sono autori che scrivono per mestiere, sono riusciti a fare della scrittura un mestiere. E questo vuole dire che vendono almeno 15.000 libri all'anno. Altri scrittori scrivono pur mantenendo il proprio mestiere. In entrambi i casi, si tratta di prodotti editoriali. All'editore e al distributore interessa vendere un prodotto. Non bisogna dimenticare che l'Italia è un paese con il tasso di lettori tra i più bassi d'Europa. Credo che in media si tratti meno di un libro letto all'anno. Così, se un lettore legge anche un titolo di cassetta, almeno è entrato in una libreria. Certi libri vengono letti soprattutto dai ragazzi. Penso che sia comunque un fatto positivo. Resta i fatto che i libri "brutti", ma fortunati, permettono alle case editrici di sanare i creditori e di pubblicare qualche titolo più sofisticato... Un fatto molto preoccupante è la qualità del libro in sé, negli ultimi anni è calata drasticamente, perché sono cambiati i tempi e i metodi di produzione. Trovare refusi o periodi sballati in un romanzo è come trovare una famigliola di mosche nel barattolo di fagioli... :)
RispondiElimina@ Amore_immaginato: credo che la "fortuna" della ragazza (ormai non è più un'adolescente) fosse dovuta alla sua giovane età e, soprattutto, alle porcate (senza eufemismi) che ha scritto.
RispondiEliminaLa combinazione dei due elementi ha presto solleticato (complice una pubblicità mirata) la morbosità del popolo italico che su certi argomenti è sempre piuttosto attento.
Sapevo che aveva pubblicato un altro romanzo ma in libreria non l'ho neppure notato, in giro non ne ho sentito parlare e non vedo neppure uno straccio di banner in Rete.
E' chiaro che, nonostante la buona volontà della Cabello, Melissa P. ha finito di essere la "stellina" senza mezze misure del panorama letterario italiano. Immagino che lei stessa, prima di tutti, ne sia cosciente.
@ unangeloababilonia: e perché non puoi raccontare nulla? Io non ti censuro di certo. Ergo: dicci pure tutto quello che sai... (pettegoliamo?)
RispondiEliminaGli autori che hanno fatto della scrittura un vero mestiere sono pochi e molto fortunati. Sul fatto che siano anche bravi, potrei avere qualche (nemmeno tanto piccolo) dubbio.
E' chiaro che gli editori siano principalmente degli imprenditori come tutti e che non facciano il loro lavoro perché filantropi. Producono un "oggetto" e vogliono che venga venduto.
Il mio post, in effetti, voleva essere un elogio della lettura. In Italia, dove si legge tanto poco, servirebbero, per l'appunto, molti lettori in più e qualche (o forse più) scrittore in meno. Spesso mi rendo conto, infatti, che tantissime persone si sentano pronte e pubblicare un libro (e ne hanno anche la possibilità) ma hanno letto davvero poco. Per me una persona che pensa di saper scrivere ma legge poco o nulla non potrà mai scrivere nulla di decente. E continuo a pensare che la scrittura sia un'arte per pochi, nonostante in giro si veda l'esatto opposto: basta saper digitare su un PC (un tempo avrei detto: tenere la penna in mano) per sentirsi scrittori.
Anche io penso ce tu debba scrivere un libro. Sulla non cultura, sulla pseudo cultura, sulla banalità, sulle teste bacate e omologate del berlusconismo, sull'idiozia di un paese alla deriva...ne hai facoltà. Diego De Silva lo conosci? (EVACAMPANA)
RispondiEliminaMelissa è andata ad anno zero e ha fatto un figurone anche parlando di politica, altroché...
RispondiEliminaAvrei anch'io una bella lista. Personale, certo, e molto discutibile. Il mio sguardo, però, è rivolto piuttosto all'indietro, a tutti i libri, scritti magari molto tempo fa, che vorrei leggere, se il tempo non avesse una finestrella con le sbarre. Quello che mi fa male è sapere quanta immondizia viene spacciata in libreria a discapito di gioielli che rimangono sconosciuti.
RispondiElimina@ eva: anche tu qui? Mi fa molto, molto piacere. In merito al fatto che io debba o possa scrivere un libro, nutro numerose perplessità. Però mi fa piacere sapere che tu mi riterresti all'altezza...
RispondiEliminaDiego De Silva? Sentito. Ma non l'ho mai letto.
@ Lady: beh... il fatto che Melissa P. sappia parlare (ma tu pensa!) di politica non la rivaluta granché ai miei occhi.
RispondiEliminaSono felice per lei che sappia parlare. Anche di politica. E che faccia figuroni in TV. Nella mia libreria però non entrerà.
@ espe: è un problema molto forte quello che presenti. Ci sono tonnellate di titoli che, per colpa del tempo e della velocità del mercato librario, vengono dimenticati e spazzati via in tutta fretta.
RispondiEliminaMa anche una marea di grandi scrittori (antichi e moderni) che ci si dimentica di leggere. Magari si è letto tutto Moccia, ma non si è mai osato sfogliare un Dostoevskij, per dire...
Di Ammaniti ho letto solo “Io non ho paura” e mi è piaciuto. Per quanto riguarda Baricco, invece, soltanto “Castelli di rabbia” (che ho trovato bello) e, su tuo consiglio, “Novecento”, che a dirla tutta non mi è dispiaciuto affatto. Quanto a Faletti, Volo, Vespa e compagnia, non saprei che dire.
RispondiEliminaComunque, al di là di tutto questo, io credo che scrivere un libro piuttosto che un racconto, una poesia od un post, sia anche il desiderio di affidare alla memoria dell’inchiostro qualcosa di sé che si desidera non vada perduto. Che poi io abbia seri dubbi sul fatto che uno scrittore si possa classificare come tale di professione, questo è un punto di vista tutto mio. Del resto sono convinto che chiunque racconti storie (a prescindere dal tema e dalla tecnica usata) non ne possa mai scrivere di belle se non ha vissuto, almeno dal punto di vista emotivo, ciò che racconta.
In termini pratici questo si traduce in: “Non credo che uno scrittore possa scrivere più di tre o quattro libri davvero “belli” nell’arco di una vita, anche perché una vita talmente intensa lo ucciderebbe prima”.
Chiaramente questo è il mio, quanto mai opinabile, modo di vedere le cose.
Quanto al leggere, sono d’accordo con te: si legge poco, ma tant’è. Più che provare ad alzare la media non si può fare, quindi: buona lettura a tutti per quanto si può.
Basilico
Ci sono scrittori che sono eccellenti scrittori pur non avendo avuto molte "avventure" vissute di vita. Magari hanno solo una fervida immaginazione ed un grande talento. Penso a Salgari, tanto per citarne uno noto.
RispondiEliminaSi legge davverto troppo poco, basilico. Ed è un dramma!
Sei troppo sintetica per scrivere un libro; la tua attitudine potrebbe orientarsi semmai sugli aforismi. quanto alla lettrice, beh ti credo sulla parola.
RispondiElimina