12 gennaio 2018

Come spiegare i libri a chi non legge?

Come spiegare i libri a chi non legge? Come far intuire cosa significhi inondarsi di letture a chi non prende in mano un libro da decenni? Come far capire a chi non ha mai tempo che il tempo per leggere si trova sempre e a prescindere? Cosa dire a coloro che storcono naso, bocca e occhi al solo pensiero di leggere che leggere è una delle ricchezze più preziose che una persona possa regalarsi nella vita? Come far percepire la bellezza, la gioia, la valanga di vite e paesi e lingue e pensieri e storie e immagini e passioni e parole e silenzi e voragini e voli e suoni e pozzi e cori e magie e pianeti che i libri possono contenere? Come fare?

[foto by NataliaDrepina]

24 commenti:

  1. Sono stati il mio rifugio nei mesi peggiori...

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  2. Dici che si può? Secondo me non si può fare. Io ci ho provato ed ho rinunciato, ed ora non spiego più niente a nessuno.

    Peraltro i pochi conoscenti che leggono preferiscono gialli, storie da colpi di scena, scritti tutti nello stesso meccanico modo, piuttosto che libri dove più che la trama conta la scrittura.
    E' gente che guarda Hollywood e odia Lanthimos! Vogliono le esplosioni e gli omicidi, le attricette e gli effetti speciali,chissenefrega di come una storia viene raccontata.
    Come fai a farli appassionare ai libri?

    Spiegagli che Vonnegut nella prefazione ti racconta il finale e ti dice chi morirà nel suo libro, eppure tu lo leggi lo stesso.
    Spiegagli che Jack Frusciante è uscito dal gruppo ha una storia insulsa ma la scrittura tardoadolescenziale di Brizzi diciannovenne farebbe impazzire qualunque ragazzetto.
    Spiegaglielo!
    Io ho smesso.

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    1. Non so se si possa fare. Recentissimamente mi è capitato di parlare di libri e di lettura e di quanto siano importanti per chiunque con una persona che conferma candidamente di non leggere nulla.

      Penso che ognuno debba scegliere le lettura che preferisce. Ovviamente non tutto quello che viene pubblicato e letto è di mio gradimento. Leggo molto ma non tutto. Non amo i fantasy, ad esempio, non amo i romanzi d'amore o le storie scritte male.

      Il salto di qualità tra cosa viene scritto e come viene scritto avviene col tempo e con l'esperienza. Molte persone leggono solo quello che le appassiona senza badare granché a come viene scritto e raccontato. Ma intanto leggono e, considerati i tempi, è giù qualcosa. Probabilmente leggendo affineranno il loro gusto e le loro pretese di lettura.

      Io, nonostante lo scoramento, ogni tanto provo ancora a spiegare perché è così bello leggere e perché leggo parecchio. Forse tra un fallimento e l'altro, potrei riuscire ad far appassionare qualcuno. Chissà.

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  3. Bella domanda. E perché nel Nord Europa si legge di più?

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    1. Perché di solito si legge di più nei luoghi in cui le persone hanno un livello di cultura superiore, dove l'alfabetizzazione è viva da secoli e dove i governi lavorano affinché le biblioteche, le librerie e i lettori sono tenuti in grande considerazione.

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    1. Anche tu pensi che sia impossibile?
      Immagino che tu ci abbia provato senza successo.
      Vero?

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  5. Mi si stringe il cuore al pensiero di cosa si perdono certe persone. Ma non credo ci sia molto da fare: le campagne cosiddette “educative” ottengono sempre l’effetto contrario. La scintilla dovrebbe scattare in età scolastica, ma qui bisogna avere la fortuna di incontrare insegnanti appassionati e intelligenti capaci di proporti letture emozionanti, e non la solita sbobba sterilizzata, noiosissima e controproducente. Per “salvarne” uno in età più adulta bisognerebbe invece riuscire magicamente a conquistarlo con un singolo libro così bello e sorprendente da fare da apripista nel suo cuore. Ma quelli che oppongono un rifiuto a priori, o che addirittura si vantano di non leggere, vanno lasciati annegare nel loro brodino di merda.

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    1. Il ruolo degli insegnanti è fondamentale. Ricordo che la mia maestra delle elementari ci ripeteva come un mantra il suo consiglio perfetto: "leggete, leggete, leggete". Io ed altri alunni l'abbiamo ascoltata e, per quanto mi riguarda, non ho mai smesso di leggere.

      Diversi non-lettori di mia conoscenza non si vantano di non leggere, anzi. Però accampano scuse di ogni genere per giustificarsi. Altri, invece, cercano anche di prendere un libro in mano ma abbandonano dopo pochissimo. Forse per noia, forse per pigrizia, forse per semplice mancanza di volontà.

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  6. All'inizio a scuola, non mi piaceva leggere, evitavo proprio il contatto. Da "grande" ho capito che in realtà era il professore che non ha saputo trovare un metodo di interessamento. Ho preso in mano un libro in piena autonomia e da allora ho cominciato a migliorare nello scritto e a preferire un libro piuttosto che un televisione dove trasmettono spazzatura che di cultura non ha nulla.
    Forse bisognerebbe trovare un punto di ritrovo che lo interessi tanto da indurlo a cominciare a leggere.

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    1. Avvicinarsi ai libri di propria iniziativa e non smettere più di leggere è un atto di crescita importante.
      La differenza tra chi legge e chi non lo fa si rileva facilmente. Basta sentir parlare le persone e, ancora di più, si evince dal modo in cui le persone scrivere. Individuare chi non legge è sicuramente molto semplice: usa sempre gli stessi termini, ha un vocabolario limitato, compie errori grossolani e confonde tempi e modi verbali.

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  7. Assolutamente nulla, tempo perso.
    Per la serie non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire...

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    1. Non si tratta di fare opera di convincimento. Non c'è da evangelizzare nessuno. Il concetto è quello di far semplicemente capire quanto sia entusiasmante leggere.
      Ma se uno non ascolta, c'è poco da dire.

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  8. Penso che nel Nord Europa si legga di più perché sono o sono stati protestanti. Di Lutero è la prima traduzione dal latino della Bibbia e la lettura del testo sacro era incoraggiata dai luterani. Purtroppo non c’è possibilità di far capire ai non lettori la bellezza e il divertimento che si prova nel leggere. Sono molto pessimista. Non credo nemmeno nell’insegnante illuminato.

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    1. Non so quanto peso abbia, ad oggi, la religione nei Paesi del Nord Europa. Sicuramente un tempo l'aspetto religioso ha avuto il suo peso.
      Nella cultura cattolica, cioè nella nostra, per secoli i prelati hanno avuto il dominio della conoscenza basando il loro potere proprio sull'ignoranza e sulla mancanza di alfabetizzazione della povera gente.
      Non è un caso che in Italia, nelle aree del Nord, quelle che nel settecento erano governate dagli austriaci, ci sia un numero di lettori più elevato che altrove: in quelle regioni Maria Teresa d'Austria aveva imposto sistemi di istruzione obbligatoria per tutti.
      Sicuramente ha risentito del sistema luterano che prevede l'istruzione universale. Molto lontano dal sistema cattolico, non c'è dubbio.

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  9. Obbligando il popolo a leggere per decreto ministeriale. Altrimenti il gulag è lì, pronto. Ciao, Euri!

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    1. Lorenzo!!!!
      Ma che bella sorpresa...
      I tuoi sistemi educativi mi sembrano un tantino aggressivi. O no?
      Rido.

      Come stai?
      Bella la barba.

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  10. Io cerco di regalare libri pazzeschi. Nel senso che la noia di chi apre la prima pagina e solitamente non scivola oltre la quarta riga deve essere spazzata via, come aprendo una finestra mentre fuori c'è aria di tornado.
    Ma è un compito semplice in fondo, frequentiamo persone sulla nostra lunghezza d'onda. Chi non legge o non ama, leggere, fa già parte di emisferi distanti. Gente che incontriamo di rado, cosa possiamo fare per loro? Se non parlargli, quando capita, di mondi magici? Poco altro..

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    1. Conosco e frequento diversi non lettori. Persone che comunque hanno altri talenti e con le quali mi piace stare.

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    2. Ovvio che frequentiamo le persone per talenti diversi... non sarei ancora qui altrimenti.. ;)

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  11. Certe volte penso che se si vuole parlare di libri a qualcuno che non li ama bisognerebbe prima restare in silenzio e ascoltare. E invece spesso chi ama i libri sbuffa, si sente superiore, non capisce nulla di cio' che potrebbe consigliare alla persona che si trova di fronte, oppure si trincera dentro ai propri steccati. Un errore che ho compiuto spesso in passato e invece mi sono accorto che sono riuscito dopo alcuni anni a consigliare ad alcuni non lettori, tra l'altro con una formazione scolastica molto bassa, alcuni titoli che poi hanno letto con grande soddisfazione. Senza arrovellarmi da custode di chissà quale verità ma facendo si' che il mio amore per i libri, a loro ben chiaro, si mescolasse alle loro vite, alle loro parole e ricevendone poi responsi che mi hanno fatto riflettere. Poi ovvio, la letteratura non migliora le persone e di sicuro cancellerei tutte le campagne governative o sociali o politiche a favore della lettura o dell'acquisto di libri che sono soltanto una roba vergognosa.

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    1. Probabilmente ci sono lettori che si pongono in maniera sbagliata. Ma c'è anche chi non lo fa.
      A me è capitato anche solo di parlare dell'atto del leggere senza richiamare titoli né scrittori. L'ho fatto con adulti ma anche con dei bambini, a scuola. Spiegare perché sia importante leggere, perché è fondamentale avere un legame con la pagina scritta, perché è necessario non abbandonare la lettura per via di doveri lavorativi o familiari. E' questo il messaggio che a me interessa. Per il resto ognuno può scegliere il libro che desidera.

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