Del fatto che in troppi dicano di essere scrittori ho già scritto in passato. Del fatto che quelli che dicono di essere scrittori siano particolarmente presuntuosi e tracotanti non mi stancherò mai di scrivere. Un libro, ormai, non si nega a nessuno. Chiunque voglia mettersi a fare il romanziere, il saggista, il narratore o il favolista può farlo senza troppa fatica né talento né preparazione né cultura. In un Paese di pochissimi lettori chi leggerà tanti libri? Nessuno, temo. Ma il poter dire, con enorme vanto, di aver scritto un libro o persino due o dieci non ha paragoni. Vuoi mettere?
[foto by WonderMilkyGirl]
Proprio ieri sentivo alla radio l'intervista a Franco Marcoaldi sulla sua ultima 'creatura' era tutto un dire: nel MIO libro, il MIO libro, quasi mi ha dato fastidio, ho avuto l'impressiono che più che spiegarlo volesse convincere a comprarlo. E' un confine sottile, lo stesso del pennivendolo di Pennac credo. lo scrittore Scrittore è raro.
RispondiEliminaForse è un po' come dire sempre "mio" figlio. Un possesso quasi carnale, fisico.
EliminaMIO
RispondiEliminaIO
SONO
trasudano da troppi discorsi, soprattutto di gente che è diventato arduo persino definire gente comune...
L'egocentrismo, in tutte le sue declinazioni, è uno dei malanni più devastanti e deleteri del nostro tempo.
EliminaInfatti!
RispondiEliminaCredo che in Italia il numero di chi scrive superi quello di chi legge.
ml
Credo che se nella categoria degli "scrittori" includiamo anche blogger, polemisti, scribacchini e maniaci dei social, il numero dei lettori precipita vertiginosamente. Troppi scrivono, pochissimi leggono.
EliminaPenso che un blogger possa essere o diventare scrittore ma il salto qualitativo è notevole e molto selettivo. Tu leggi ne sono certo ma non leggi oltre le 10- 15 righe di un blog sono convinto anche di questo e lo ritengo un difetto. Non perché i blog siano fonte di letteratura di qualità ( non lo sono quasi mai) ma perché un blog è l'unica alternativa virtuale alla pseudo scrittura spray di Tw e FB.
EliminaSe dovessi usare la tua chiusa sono in troppi anche a scrivere sui blog...Ma non mi riferisco a te.
Sicuramente il blogger è un individuo che scrive, inevitabilmente. Che poi sappia farlo davvero è un'altra cosa.
EliminaIo leggo e parecchio, in generale. Leggo anche diversi post. Anche oltre le 10-15 righe a patto che siano interessanti fin dal primo rigo. Se noto, fin da subito, che quanto scritto è privo di interesse o scritto male, non vado avanti: perché perdere tempo?
Sul fatto che in troppi scrivano sono d'accordo. Ciò che mi inquieta sempre è che anche chi scrive (troppo) di solito legge poco o niente.
E' l'assenza di lettori a fare danni non l'abbondanza di pseudo-scrittori.
L'Italia è il popolo delle tre scimmiette, solo che l'ultima è al contrario: non vedono (e quindi non leggono), non sentono, ma parlano (e scrivono) troppo.
RispondiEliminaNon leggere è un male diffusissimo. Tanti dei soggetti che si dicono scrittori non leggono un libro nemmeno sotto tortura.
Eliminasarebbe anche interessante ragionare sul numero/qualità delle case editrici & co.
RispondiEliminaIl numero e la qualità degli editori dipendono, temo, dal numero e dalla qualità degli scrittori. Tanta mediocrità non può non reggersi a vicenda.
EliminaNon c'é solo quel meccanismo di cui scrivi tu. Bisognerebbe anche parlare di tutta quella fauna improbabile, quel milieu che parla e fa sbadigliare di Cultura con la C maiuscola, quella presunta parte migliore del Paese che fa da contorno agli scrittori e coi quali ci (utilizzo proprio il ci, perché, in maniera penitenziale, mi ci metto dentro pure io) si mescola scambiandosi i ruoli e i costumi, perché spesso (ovviamente ci sono le meravigliose e disturbanti eccezioni, vicine o lontane alla nostra sensibilità) é ormai tutto un incrocio amicale/affaristico e molto patetico composto da editori/scrittori/uffici stampa/grafici/critici/agenti letterari/giornalisti/agenti letterari o appartenenti a questa o quell'altra parte politica.
EliminaTutti questi “intellettuali/artisti/professori/arrivisti” dovranno pur campare e far (s)fruttare/valorizzare in qualche modo le loro lauree, sogni maturati su qualche banco di scuola, Erasmus, corsi di editoria/scrittura, soldi di famiglia, amicizie o no? Senza dimenticare, come spesso si fa, tutto il capitolo dei pagamenti, in particolare dei traduttori, che spesso nemmeno vengono ricordati.
Ovviamente il mio disprezzo, alcune volte ovviamente cieco, è, come ben sai, rivolto anche verso gli uffici stampa, di qualunque sesso siano, dietro cui poi, ovviamente, scopri che si nascondono altri aspiranti scrittori/scrittrici, editori/editrici/agenti/presunti amici/amiche/possibili politici e sindacalisti.
Mi hanno sempre ricordato quei papponi o amiconi, tutti belli sorridenti e vestiti eleganti, che ti invitano a salire in camera con una delle loro prostitute o a comprare qualcosa da loro di assolutamente indimenticabile.
Oggi, sul mio calendario, si festeggiava la giornata nichilista anti-editoria.
Sto leggendo un libro della Cherchi: "Scompartimento per lettori e taciturni" (https://www.minimumfax.com/shop/product/scompartimento-per-lettori-e-taciturni-1960).
EliminaUna raccolta dei suoi articoli migliori.
Già negli anni '80 lei lamentava, con grande ironia e lucidità, i mali di cui tu scrivi in questo commento. Non sembrano passati tanti anni.
Di fondo rimane un assioma: chi pubblica libri vende merce. Non fa altro.
Quoto Andrea e vado sul suo blog.
EliminaFai benissimo.
EliminaIo lo seguo e lo conosco da anni.
Io dico d esser
RispondiEliminaPoeta
Perché quando scrivo
Vado a capo
Spessissimo.
Mi sembra una ragione sufficiente.
EliminaBasta entrare in qualsiasi libreria per capire che il mondo non ha bisogno del nostro libro. Ho grande rispetto dei libri e perciò' non potrei mai scriverne uno.
RispondiEliminaE pensa che nelle librerie c'è solo una parte di quanto viene stampato. Basterebbe che in molti la pensassero come te e rispettassero di più i libri e la scrittura.
Elimina