20 dicembre 2016

Un'altra vita

Mi piacerebbe un'altra vita. Non so come ma mi piacerebbe un'altra vita. Dovrei iniziare col rompere qualche schema e qualche reticolo. Difficilissimo. Eppure nei libri e nei film succede e finisce pure bene. Sarà che quello che faccio non mi piace più e lo faccio solo per inerzia o costrizione. Sarà che l'età procede e dell'assillo di tutta questa fretta ho ormai il disgusto. So che vorrei fare altro. Spegnere il computer, staccare il telefono e guardare in faccia chi mi sta attorno. Ho voglia di tempi umani e di persone altrettanto umane. Vorrei un lavoro pensato e non sbranato, parole e non pretese, quiete e non inferno.

[foto by Andrzejsiejenski]

12 commenti:

  1. Chi non lo vorrebbe? In tempi non sospetti, ho mandato a carte quarantotto la mia di vita. Stabilita, pianificata, piatta, normale. Ho creato il caos dentro e attorno. Ho sconvolto amici e abitudini, spazii e tempi. Per capire, alla lunga, che è dentro di te che devi fare la rivoluzione, se proprio vuoi. Non attorno.
    Mi sento di dire che vale per il lavoro che non ti piace, per come rispondi al telefono, per come interpreti chi ti guarda. Per come ami chi pensi dovrebbe amarti come dici tu.
    Ma spesso è anche inutile raccontarlo... bisogna sbatterci la testa.

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    1. Devo sbatterci la testa, hai ragione. Probabilmente è solo questione di saturazione.

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  2. sai qual è il problema, almeno per me che provo il tuo medesimo desiderio? che non saprei da che punto farla ripartire la nuova vita, dove ho cominciato a essere insoddisfatto? dove ho compiuto degli errori nelle scelte di vita? dove una nuova vita raddrizzerebbe la baracca? forse dovrei ripartire dall'asilo che non mai frequentato, magari imparerei a socializzare :)
    massimo legnani

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    1. Io all'asilo ci sono andata e mi piaceva parecchio.
      La socializzazione è l'ultimo dei miei problemi. Anzi. Socializzo facilmente un po' con tutti. E' che sono stanca di doverlo fare secondo modi e tempi che non sono i miei.
      Vorrei una dimensione di vita più semplice, più umile e più umana, per l'appunto.

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  3. Eh magari si potesse davvero avverare questo piccolo desiderio ma la vita è questa e ce la dobbiamo tenere..

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    1. Tanta rassegnazione non aiuta, temo.
      Devo almeno provarci, no?

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  4. "Ha una brutta faccia"
    sentenziò.
    "Indigestione" replicai.
    "Di cosa?"
    "Di realtà"

    Carlos Ruiz Zafòn - Il gioco dell'angelo

    E' qualcosa che ti porti dentro da un po, che ti fa stare irrequieta dentro. E non è solo il lavoro o lo stress che comporta il farlo in una certa maniera e tempo, ma un insieme di cose che come le pietre bianche di pollicino vai lasciando da tempo in questo tuo blog. Una insoddisfazione profonda che affonda le sue radici nella ricerca di te, o meglio, nella voglia di non perdere del tutto la ""Mia" che è dentro te. Sbaglio?

    Io ci proverei sai? A fare una cosa stupida, come dicevi nel post precedente. A cercare una pausa in mezzo all'anno, quando nessuno se l'aspetta e chiudere con tutto e con tutti per ritrovarti. E' così infondo che raccontano le storie dei libri...

    Maria

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    1. Credo che tu stia interpretando con precisione ed empatia quel che provo e vivo in questo periodo. E da un po' di tempo, come hai rilevato.
      Insoddisfazione, frustrazione, stanchezza, pesantezza, delusione. Sensazioni pessime che messe tutte assieme rendono l'esistenza decisamente complicata.

      Una pausa? Sì, mi servirebbe. Immagino spesso di sparire per qualche mese. Non dal blog ma da tutto il resto. Un'apnea dalla quale risvegliarmi, migliore e rilassata, magari a maggio.
      Gli ebrei avevano saggiamente stabilito la necessità dell'anno sabbatico, per far riposare la terra e il mondo. Io vorrei un anno sabbatico. Un anno intero.

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  5. un piccolo consiglio che mi permetto di darti è quello di fare una mappa, un disegno, con alcuni obiettivi che vorresti raggiungere, io la chiamo mappa motivazionale, aiuta a chiarire le idee, poi non importa che tutto sia realizzabile, però visualizzi le cose che non ti piacciono e le tieni lì, in memoria, le ripassi ogni tanto e ... vai mai che ne esca una buona idea. :)

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  6. Non è trascorso molto tempo, quasi che quei giorni di riflessione ti prendono e prendono anche tutto ciò che ti circonda sinanche le cose, da oggi mentre riflettevo su quello che ho desiderato e quello che ho ottenuto facendone una sorta di compendio dal quale ne è scaturito un interessante equilibrio e quindi ancora di più mi sono chiesto da dove venisse questo amaro e questa melanconia e senso di insoddisfazione.

    Eppure non mi ci vuole molto per interessarmi per ciò che desta la mia curiosità, essendo curioso di quella necessità di ricerca e bisogno quasi fisico di sapere e di conoscere, sorvolo la visione programmata ed ideale di ciò che desidero e che poi realizzo e mi piace lo stare lì dove desidero essere embrione del dopo, di un altro posto, di altro da osservare e studiare e sentirne la storia fino a 'provarla' come vissuta.
    Ma non basta.
    C'è qualcosa di più che deve esserci e deve trovarsi da qualche parte e che non ho ancora neanche lontanamente immaginato del dove possa essere ma sò che c'è. Questo fa muovere i miei passi mentre divento claudicante dalla velocità e paonazzo dalla stanchezza e vado in iperventilazione per l'emozione di toccare e sentire le vibrazioni del mondo.

    Ma non basta e continuo e forse un giorno troverò per aver così testardamente e caparbiamente cercato.

    ...non riesco a trovare un modo per dirti cosa sarebbe necessario fare, sò solo quanto è necessario essere alla ricerca e trovare l'introvabile, come l'innominato dei Promessi Sposi che non si poteva citarlo per il timore di lui, nel nostro invece è solo per mancanza di parole consone e sufficientemente descrittive.
    Ma non smettere di tenderti al futuro ed alle sue improbabili ed insospettabili possibilità, perché nelle pieghe di qualcuna di esse, forse...



    Uomo

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  7. Ah, chiedo scusa per i grossolani errori, ma quando mi prende non ci bado molto!

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