25 ottobre 2016

Prescindibile

L'indispensabile è del tutto relativo. Soprattutto in un mondo di uomini e capricci dove i confini tra ciò che basta e ciò che manca si fa confuso. Succede che, alla fine, si respira comunque. E si pensa, e si mangia e si desidera anche senza. Magari si può crollare all'inizio, ci si incarta nell'imbarazzo di un'assenza o nel rigurgito di un ricordo, poi però i piedi tornano a sciogliersi e le ciglia a districarsi. Si riprende esattamente da dove ci si è sentiti abbandonati: succede ai vivi e ai sopravvissuti. Basta capire che chiunque è prescindibile e ci si ingegna in un modo o nell'altro a muoversi verso direzioni che non c'erano.

[foto by EltonFernandes]

14 commenti:

  1. mai credersi indispensabili, il risveglio sarebbe troppo brusco.
    massimolegnani

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    1. Diceva Roberto Gervaso che nessuno è indispensabile. Tranne noi stessi :-)

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    2. @ Carlo Calati: chi si crede indispensabile, probabilmente, deve ancora capire cosa sia davvero importante. Soprattutto, deve ancora capire come porsi rispetto agli altri.

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    3. @ Remigio: siamo indispensabili a noi stessi? Ho dei dubbi anche su questo, onestamente.

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  2. Direzioni che magari c'erano invece, e che noi avevamo perso, colpevolmente, di vista, accecati da baluginanti comete meteorizzanti...

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    1. Le comete possono accecarci per qualche tempo: istanti, giorni o anni. Poi si ritorna ad una luce più adatta e si capisce dove e con chi si vuole andare.

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  3. Sull'indispensabile invece, basterebbe un semplice ma carinissimo esperimento da effettuare - con severa e rigida oggettività - in un qualsiasi supermercato. Entrate e mettete nel carrello solo prodotti che vi servono per la sopravvivenza essenziale.
    Potreste uscire col pane e la carta igienica... (e uno dei due sfora già nel superfluo...)

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  4. Una volta vivevano senza corrente elettrica. E vivevano. Riusciamo a immaginare le nostre vite in questo nostro presente senza questa corrente?

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    1. No, non riesco a farlo. Ma anche senza acqua corrente o il bagno in casa.

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  5. E c'è un qualcosa che mi tranquillizza in questo, come se fosse una pillola che ti assesta per un po'. Pensare che tutto ricomincia da dove si è lasciato mi fa venire voglia di accasciarmi tranquilla, non perché non ce la faccio, ma perché non ci si ferma mai. Va tutto avanti, anche quando non ce ne rendiamo conto. A volte siamo solo ad occhi chiusi, che tranquillità.

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    1. In effetti è una situazione che può trasmettere serenità perché ci fa sentire meno responsabili e, quindi, meno in colpa. Con o senza di noi tutto funziona esattamente come prima. Basterebbe ricordarselo di tanto in tanto.

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  6. Il tuo discorso è validissimo e non solo riferito all'assenza e al distacco.
    Sul tema/concetto del necessario, dell'indispensabile e del superfluo siamo spesso assenti, distratti, ciechi vorrei dire, finché non ci accade qualcosa che ci ridona la vista e l'orizzonte sul mondo.
    Peccato che siano sempre passaggi così faticosi...

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    1. Il discorso è ampio. Vale per le persone ma anche per le cose.
      Ecco. In momenti come quello che stiamo vivendo, e mi riferisco ai terremoti nelle zone che sappiamo, forse questo concetto assume tutta la sua forza.

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