30 settembre 2016

A. dei libri

L'amico A. vive altrove. Non l'ho mai visto né ci ho mai parlato davvero. Ci si legge, questo sì. Siamo due pianeti dissonanti: distanti per idee, tradizioni, abitudini, passioni, visioni e silenzi. Lui cerca di spiegarmi di sé ma certi confini non possono essere varcati. Lo leggo e penso e provo a capire. Non sempre ci riesco e un po' mi spiace. Di lui ho anche i suoi libri. Quelli che magari si ritrova in esubero o che, per una ragione o l'altra, vorrebbe che leggessi. Mi arrivano con pacchetti pieni di bolli, etichette e polvere. Libri che hanno già vissuto da un'altra parte e che approdano tra le mie mani dopo un volo o chissà cosa.

[foto by Menoevil]

14 commenti:

  1. Che bello avere un amico A.

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    1. Sì è bello. Ma a volte anche difficile e faticoso.
      Ma forse ha senso proprio per questo.

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  2. da poco ho scoperto il piacere del libro usato, prima mi erano capitati solo libri che erano già in casa, sottolineati da altri familiari, è come spiare un mondo segreto.

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    1. I libri di A. sono spesso nuovi di zecca. Me li gira perché lui ne ha più di una copia. Ma i libri usati rimangono una delle mie passioni di lettrice: ne compro in continuazione!

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  3. A pelle e leggendo questo tuo post mi sembra d'intuire una grande curiosità per il genere umano. Ci pensi su, cerchi di capire il diverso, lo chiami persino amico e se non ci riesci ti dispiace pure. Tutto porta al movimento, alla tua grande voglia di scoprire e di ampliare le tue conoscenze. È affascinante leggere tra le righe la tua caparbietà benché in passato tu abbia avuto delusioni, come immagino, con le persone. Non ti arrendi, la tua curiosità ha sempre la meglio. Penso anch'io che sia stupendo avere un amico A. Come penso sia per A. Avere una amica con la tua sensibilità. Bello.

    Un abbraccio ragazza.

    Maria

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    1. Il genere umano mi incuriosisce e mi inquieta allo stesso tempo. Sono frequenti i momenti in cui scelgo di starne alla larga o di avvicinarmi in maniera cauta e lenta.
      A. è molto diverso da me. Ed io sono molto diversa da lui. Lampante come il sole. Ma ciò non toglie che i confronti e l'ascolto di chi è tanto distante da quel che siamo porti a scoprire dettagli, esperienze e sguardi che non si immaginavano.
      Di delusioni ne ho avute parecchie e, di sicuro, ne avrò ancora. Un rischio calcolato, per certi versi.

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  4. Mi risulta difficile vederti calcolatrice nei rischi. Mi sembri ponderata e molto equilibrata. Concreta e diretta. Penso tu faccia molto bene nel essere cauta.
    È verissimo ciò che scrivi, il diverso arricchisce. Peccato però che molti preferiscano rintanarsi nella paura invece di scegliere la conoscenza. Peccato, che non capiscano la ricchezza che si nasconde lì.
    Bisogna avere coraggio per imboccare cammini e mari sconosciuti.
    Grazie per aver condiviso con noi questa tua esperienza nel amicizia

    Un abbraccio
    Maria

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    1. I rischi potenziali li calcolo perché vanno calcolati e perché le esperienze devono pur servire a qualcosa no?
      Se il diverso ha qualche ricchezza da scoprire e capire, mi sembra necessario cercare di farlo pur riconoscendo e considerando la distanza oggettiva.

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  5. Non l'hai mai visto nemmeno in foto? In un caso del genere per me sarebbe molto difficile tenere un rapporto del genere.

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    1. Perché tu gli amici li scegli in base alla faccia che hanno?

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    2. Oggi ho letto un'intervista a Erri De Luca dove gli si chiedeva di questa misteriosa scrittrice e così rispondeva "Ma a chi vuole che importi chi è davvero Elena Ferrante?! Ai lettori, a me come lettore , di un autore non interessa l'identità ma l'opera, leggerla"
      Sono d'accordo con Erri De Luca, ma l'amicizia è un'altra cosa.

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    3. Sono d'accordo con De Luca. Nemmeno a me interessa l'identità di chi scrive ma mi interessa come e cosa scrive. Elena Ferrante fa parlare di sé perché si nasconde o si nega. Fa quel che vuole.

      La faccia di una persona non fa molta differenza. Con l'amico A. parlo da anni. Ci confrontiamo, ci raccontiamo e ci teniamo in contatto attraverso le parole. Solo parole. E ci conosciamo lo stesso. Siamo vicini e distanti allo stesso tempo. A prescindere da una faccia, da una voce o da una mano.

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  6. Però, in virtù del mio tempo libero, e del nostro curioso e sensibile conoscerci, quest'anno mi piacerebbe girare assieme a te tra i banchi di Più libri, più liberi... ;)

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