15 aprile 2016

Cartaqualcosa

Vado al supermercato come chiunque. E come chiunque, ogni volta, alla cassa, mi viene chiesto se ho la Cartaqualcosa. La mia solita risposta, alla solita cassiera, è un "no". Poi, a fine spesa, mi chiedono se voglio ritirare i punti per la raccolta punti per i premi della stagione dei premi. E la mia risposta coincide esattamente con quella di prima: "no". Magari poco prima di ritirare il resto, e solo se ho speso a sufficienza, mi regalano dei buoni che potrò utilizzare solo se ho la Cartaqualcosa e solo in giorni prestabiliti. Buoni che lascio esattamente dove li lascia la gentile signorina. Se ne esce vivi?

[foto by a-b-n]

14 commenti:

  1. alla fine ho ceduto. a parte la tessera della coop e feltrinelli che scontano in denaro gli acquisti, avrei fatto a meno di collezionare tessere fedeltà, ma poi ho ritenuto più comodo acquisirle per tagliare via quella pseudo conversazione penosa per la cassiera e per me.
    ora porgo tessera e denaro automaticamente e ogni tanto vengo sorpresa dalla frase: 'ma lo sa che i suoi punti sono in scadenza?' a quel punto il più delle volte ricevo un buono che può essere speso da x a y solo in determinati reparti, esclusi determinati prodotti, solo se l'acquisto complessivo supera z... se riesco a seguire e applicare il procedimento alla fine dell'anno ho calcolato che 'guadagno' dai 20 ai 40 euro all'anno, ma soprattutto ho evitato la mortificazione dello sguardo di compatimento della cassiera quando le dicevo che no, non ce l'ho la tessera.

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    1. Io, invece, sono determinata a non cedere. Lo so, ogni volta la cassiera mi fa la solita domanda. Ed io ripeto la solita risposta. Ma confido nel fatto che, prima o poi, si abitueranno alla mia faccia e all'idea che non ho la Cartaqualcosa e che non ho nemmeno intenzione di farmene fare una.

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  2. No, se ne esce intasati e rincoglioniti, solo se si vuole seguire il vezzo della cartaqualcosa. È un'invenzione acuta di gente che conosce il prossimo e sa che una ricca percentuale di persone subisce il fascino del "far parte di una comunità elettiva". Quella carta del cavolo dice che tu sei uno dei tanti che compera merci in quel supermercato, e che quindi hai diritto ad uno sconto (miserrimo) oppure ad accumular punti che ti consentiranno di guadagnare lo "scolapiatti argentato", che non ti servirà a niente, ma solo a lubrificare il tuo io-commerciale consunto e sfilacciato. Una trappola per gonzi, perché per avere lo scolapiatti o il bicchierone fiorito tu continuerai a comperare merci in quel supermercato.
    Funziona, sapessi.
    L.A.

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    1. Di certo è un'invenzione che funziona se vedo tanta gente felice di presentare alla cassa la propria Cartaqualcosa.
      Io non faccio parte di alcuna comunità elettiva, evidentemente. E poco mi interessa.

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  3. Ormai è un caos pazzesco, ti ritrovi ad avere una ventina di card facendo anche confusione di quale supermercato siano quando li devi tirare fuori dal portafoglio pieno di tutte queste cartequalcosa, un incubo

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    1. Ti ritrovi ad avere decine di card se decidi che vuoi avere decine di card. Nessuno ti obbliga. Almeno credo.

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  4. tranelli, per far statistiche e agganciare psicologicamente il consumatore ... nessuno regala nulla, ma piace farcelo credere. sarà anche che una card tra le mani fa sentire importanti e riempie un portafoglio altrimenti vuoto

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    1. Sì, hai ragione. Ma al consumatore piace essere sedotto e abbindolato.

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  5. Con la carta Feltrinelli risparmio in effetti... la mia cartaqualcosa del supermercato invece, mi ha permesso dopo mesi di punti ed esibizioni, di accaparrarmi una preziosa padella reperibile ovunque a due lire...

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    1. Anche lì è un risparmio calcolato ed apparente. Perché, anche se non lo sai, paghi esattamente quel che credi di risparmiare. Nessuno fa beneficenza, credimi!

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  6. Gli unici punti che adoperiamo sono quelli della Coop, ce li scontiamo sulla spesa. Diciamo che in un anno ci saranno due spese gratis.

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    1. Diciamo che tu credi che siano gratis.
      L'inganno, se permetti, è tutto lì.

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  7. ovviamente anche qui in Svizzera esistono ma mi ha fatto sorridere incontrare a una cassa un politico svizzero che tuona abitualmente contro coloro che vanno in Italia a fare spesa (il risparmio andando in Italia è evidente, soprattutto su carne, pesce, frutta e verdura) e poi alla cassiera porge per sbaglio la carta fedeltà di un supermercato italiano.

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