16 marzo 2016

Tattoo

Non ho tatuaggi. Non sento alcuna necessità di farmi infilare inchiostri sottopelle. Sarà che lì sotto, di mio, c'è già fin troppo traffico: lividi sbiaditi, promesse evaporate, confusioni indicibili e refusi di vita da non abbandonare in giro. Portarci anche linee di colori e tracce di qualche altra natura mi sembra una perfidia gratuita. E poi, vuoi per indole, vuoi per sfiducia, mi inquieta un bel po' tutto quello che vuole dirsi incancellabile perché, tutto sommato, di incancellabile non c'è un bel niente. Neppure un tatuaggio. Della storia dei soliti tutti non mi interessa nulla. Ma questo credo sia già noto.

[foto by emmajane7]

22 commenti:

  1. ancora ancora un tatuaggio a matita o meglio ancora con inchiostro simpatico che solo tu sai e nessuno vede. insomma un tatuaggio "ossimorico" :)
    ml

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    1. Ci sono già tatuaggi che spariscono dopo un po' di tempo. Se vuoi, potresti fartene uno.

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  2. Madre Natura mi ha regalato alcuni nei che mi porterò sempre addosso finché camperò e questo mi basta e avanza. Ritengo di essere uno dei rarissimi casi di pelle intonsa e a me va benissimo così perché sono per istinto un controcorrente, uno che marcia contromano e che detesta con immediatezza tutte le mode. Vedere una bella schiena di donna cosparsa di orribili e coloratissime immagini, o addirittura il seno e il collo e mi posso immaginare anche natiche e altri luoghi sacri, mi dà un profondo senso di repulsione e un invito alla castità.
    Rovinare quella che potrebbe essere una meravigliosa storia d'amore per un tattoo mi sembra una stupidissima idea.
    L.A.

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    1. Detesto le mode, così come detesto i tatuaggi. Comunque sia, del proprio corpo ognuno fa quel che vuole. Mi conforta moltissimo quello che scrive in proposito Guido Ceronetti. "Il tatuaggio era il segno dell'uomo in carcere, l'arte lugubre dei reclusi e dei condannati. Che sia diventato arte e fenomeno di massa senza distinzioni può indicare questo: che la carcerazione perpetua è ormai una condizione stabile, che non ci sono più differenze tra la prigione, la via di fuori, la casa. Gioventù tatuata è gioventù che si vuole ammanettata, che ha terrore di essere libera".
      Mi scuso se il commento appare in risposta a L.A.: ma non riesco a scriverlo diversamente.

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    2. @ L.A. Non sei un caso raro. Ci sono tantissime persone che non si portano tatuaggi addosso. Non detesto i tatuaggi. Mi piacciono quelli molto "minimal" però e molto stilizzati. Ma non sento il bisogno di farmi tatuare nulla addosso. Ma non è detto che un giorno, presa da chissà quali impulsi, io non possa cambiare idea.

      Credo che l'amore, se è tale, va ben oltre un tatuaggio.

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    3. Io non detesto i tatuaggi. Mi dà fastidio il principio che ci si fa tatuare perché lo fanno tutti. Così come si fanno una marea di cose solo perché lo fanno tutti.

      Un tempo i tatuaggi avevano un senso profondo. Oggi fanno solo tendenza.

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  3. Ho sempre sognato di avere un tatuaggio, ma pensandoci sarebbe quasi una violazione del corpo umano, l'esigenza non c'è, l'utilità neanche, non servono a niente..

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    1. No, non servono. Ma devono pur avere un senso. Sono "per sempre" (teoricamente) per cui restano e fermano qualcosa.

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  4. qualcosa di affascinante e superfluo, li vedo così, una mania o una moda, tutto quello che è adeguarsi a qualcosa di non personale mi ha sempre spaventato. non tanto per un voler essere snob, ma per quell'astensione dal giudizio verso se stessi che spesso comporta

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  5. io è una vita che penso di farlo ma ricordo ancora la volta che andai da un'amica tatuatrice. già tutto deciso ma lei mi disse: Guarda, tua madre mi ha dato dei soldi per non fartelo e non sono pochi soldi e li ho accettati perché ne ho bisogno visto che a te lo facevo gratis.

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    1. A questo punto non vale la pena farsi alcun tatuaggio.

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  6. Farsi scrivere addosso qualcosa per aggiungersi un pezzo di identità fittizia, superficiale, "epidermica" direi: così la vedo e così la rifiuto.
    E' troppo?
    :-)

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    1. Invece molto così la vedono e così la vogliono.
      Variazioni sul tema, credo.
      Sorrido...

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  7. Conosco la frase di Ceronetti che riporta Remigio. Altrove ho letto che le prostitute erano solite farsi tatuare sul corpo il nome del loro sfruttatore.

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    1. Mia nonna mi raccontava che alcune donne, dopo un pellegrinaggio presso lontani santuari o addirittura in Terra Santa, si facevano fare un tatuaggio al ritorno, per ricordare l'esperienza spirituale vissuta.

      I detenuti, le prostitute, i marinai e anche le donne molto pie. Pensa che mix!

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  8. Ognuno ha le proprie ragioni per fare determinate scelte.
    Questa è una di quelle scelte che io non ho ancora effettuato e non so se in futuro effettuerò.
    Per ora i soli segni sul corpo sono regali della vita

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    1. Nemmeno io so se in futuro cambierà idea. Chi può dirlo. Al momento, come te, mi porto sul corpo solo quel che ho vissuto.

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  9. Amo troppo il mio corpo per tatuarmi

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  10. Quanta gente senza personalità, quanti pecoroni, quanti ragazzi rovinati da questa assurda e ridicola moda! Sorrido e provo tanta pena quando leggo e sento frasi del tipo: "Guarda che io l'ho fatto perché per me ha un significato profondo!" Ma per favore... che significato può avere iniettarsi dell'inchiostro (oltre a metalli pesanti e sostanze non certo innocue) nella pelle?? Il corpo umano, la pelle di un uomo o di una donna è già perfetta così, al naturale! Non c'e' nulla di più bello del sapore, dell'odore e del piacere di accarezzare una pelle pulita...già, pulita da pastrocchi vari, che rendono solo brutto e volgare qualunque essere umano...
    Adesso, già mi aspetto il genio di turno che scrive: "Ognuno è libero di fare quello che vuole...". Certo che sì, ma sarebbe ora di liberare la propria individualità e piantarla di fare i pecoroni. Tra qualche tempo, quando questa mostruosa usanza sarà scemata (perché tutte le mode passano) ne riparleremo e ci sarà da ridere o piangere, a secondo dei casi...

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