14 marzo 2016

Musica fatta cafona

Ho sempre pensato che ascoltare musica sia fatto intimo e personalissimo. Perché quel che io voglio ascoltare non debba necessariamente imporsi a chi vuole ascoltare altro o non voglia ascoltare affatto. Ma continuo a notare l'invadenza di musica fatta cafona. Perché di suo, tutto sommato, nessuna musica nasce cafona. A farla tale è l'uso maleducato che ne fa certa gente. Soprattutto quando la grida e la sputa e la impone e la violenta e la spara a volumi insostenibili. Vomitata da cuffie che non isolano affatto, massacrata da negozietti trendy, sfregiata da guidatori senza nessun gusto.

[foto by hypnothalamus]

18 commenti:

  1. Concordo. Come la maggior parte della gente non sopporto la "musica" tunz-tunz da tamarri - e vedi passare un'auto, non senti nemmeno il motore, senti solo il tunz-tunz anche a finestrini chiusi; ed entri in un qualsivoglia negozio (trendy o "tremendy" che sia) e ti bombardano; prendi un mezzo pubblico, e tutti lì con quelle loro cuffiette che - giustappunto - non isolano niente e ti tartassano col tunz-tunz. Cioè: odiare la "musica" tunz-tunz è una questione di mie preferenze personali; magari tutti questi tamarri odiano, che so io, Bach; ma io almeno cerco di non imporlo agli altri.

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    1. Condivido ogni parola che hai scritto. Viviamo in luoghi in cui la musica ci viene imposta come sottofondo (nei bar, nei negozi, nelle stazioni delle metropolitane, nelle sale di attesa…) e la maggior parte dei giovani se la spara a tutto volume nelle orecchie – cara Euridice – non per ascoltare musica, ma solo per non ascoltare il silenzio. Il silenzio, oggi, fa maledettamente paura. E allora forza con quell’assordante rumore che si chiama musica.

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    2. @ Giann: non è solo musica tunz-tunz perché anche Bach se ascoltato "male", secondo me, diventa cafone.

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    3. @ Remigio: la musica diviene sempre più spesso uno strumento di fastidio perché usata in maniera pessima. Spesso è sbagliato il tipo di musica per il luogo scelto, spesso è sbagliato il volume per la musica... insomma: una mescolanza di errori.

      Il fatto che molti usino la musica solo per isolarsi dal proprio silenzio è terrificante, ma hai ragione.

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  2. Sottoscrivo per Remigio: "non per ascoltare musica, ma solo per non ascoltare il silenzio", probabilmente quello assordante dell'assenza di pensiero.

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    1. O paura che il silenzio costringa finalmente la gente a pensare? I media ci bombardano di rumore assordante da tutte le parti proprio per evitare che, rimasti soli con noi stessi, si finisca poi per riuscire a rimettere in moto il neurone solitario.

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    2. @ Sabina e Tarnovski: il rumore o la musica usata per fare rumore è un ottimo sistema per sporcare il silenzio. E il silenzio, come la solitudine, spaventa molto le persone.

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  3. Ricordo l'attraversamento di un'enorme metropoli europea, costrettovi perché la rete autostradale era interrotta, a 30 chilometri orari, con centinaia di semafori -tutti naturalmente rossi- e altrettanti attraversamenti pedonali brulicanti folla, incolonnato in mezzo a due corsie tra tunz-tunz e bung-bung assordanti. Mi sono chiesto che razza di musica mai fosse, perché oltre il tunz-tunz e il bung-bung non si sentiva alcuna melodia, alcuna nota era distinguibile.
    E le teste dei guidatori -tutte- a ritmare con violenti avanti e indietro sul volante quel beng-beng assoluto davano al tutto l'essenza di un rituale.
    Tutto questo a me, che non ascolto mai musica alla radio mentre guido perché mi rovinerebbe la concentrazione sulla strada e sul traffico.
    L.A.

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    1. Oddio, dimmi di che città si tratta così cercherò di non attraversarla mai!

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    2. Nel caso specifico mi riferivo a Berlino, ma mi è capitato qualcosa di analogo anche a Parigi centro, anche a Budapest e addirittura a Vienna, dove se chiedi un informazione ti occorre il cornetto acustico per capire la risposta perché la gente parla sottovoce, sempre, cosa inconcepibile per noi italiani. Eppure tunz-tunz e bung-bung anche lì.
      L.A.

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  4. In effetti in certe situazioni la musica 'stona'..

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  5. Qualsiasi imposizione è atto sgradevole nonché violento. Anche l'imposizione della musica lo è, pur non rientrando tra i casi peggiori (o,se si vuole, più gravi).

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    1. Sono d'accordo con te. Imporre qualsiasi cosa, anche la musica, è un atto di violenza. Peccato che in troppi non lo capiscano.

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  6. le cuffiette sono benedette, che quanto meno attenuano.
    quanto alle auto, a parte il fastidio, certi bifolchi sono talmente patetici nel loro bisogno di farsi notare a scapito dei propri timpani prima che dei nostri (anche in inverno a finestrini serrati è un frastuono) che non riesco nemmeno ad arrabbiarmi.
    massimolegnani

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    1. Le cuffie attenuano ma, spesso, non annullano i suoni. Mi è capitato più di una volta di viaggiare accanto a persone che ascoltavano musica direttamente in cuffia ma il volume era talmente forte che, per forza di cose, sono stata costretta a sentire anche io quello che avrei voluto non ascoltare affatto.

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  7. fin da piccolo ho abitato in palazzoni (tosti) dove era normalissimo ascoltare musica ad alto volume 24 ore su 24 che proveniva dagli altri appartamenti o dalle zone vicine. devo dirti che grazie agli spaccatimpani ho conosciuto anche un sacco di musica e fraternizzato con qualcuno ma ho imparato a odiare anche Guccini, Bob Marley e Gigi D'Alessio. Adesso sono circondato da musica tamil, balcanica e hip-hop tamarrissimo.

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    1. Io invece ho sempre abitato in una casa singola e la musica ad alto volume non c'era affatto. A meno che non volessi ascoltarla io. Ma in generale, ora che sono un po' vecchia, la musica sparata a parecchi decibel mi dà enormemente fastidio. Indipendentemente dalla musica.

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