11 febbraio 2016

Perdersi in quisquilie

L'irrilevanza di certi dettagli dovrebbe essere luminosa come il sole. E invece no. Perché c'è chi ha un talento innato per annegare, con discreto piacere, in cose di nessun conto. Non basta prendere atto che si tratta di semplici sciocchezze, no: serve approfondire e scardinare, avvinghiarsi e tormentare, ostinarsi e martellare. Non ci sono ragioni che tengano né logicità che rifulgano, il talentuoso cervello, forse per dar prova di totale controllo (o di banale idiozia?), deve appassionarsi spasmodicamente all'inezia del momento. Fino allo sfinimento, fino alla pedanteria. In una parola: fino al ridicolo.

[foto by Cutteroz]

12 commenti:

  1. Credo gli sciocchi bocconi così ghiotti da ridicololo, tanto che sia il ridicolo che, ingordo d'ingollarli, se li cerchi

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    1. Sorrido.
      Allora sarebbe tutta colpa di quell'ingordo senso del ridicolo che verrebbe a mietere le sue allocche vittime?!

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  2. già, un talento a rovescio, e tanto più è futile il tema, tanta più energia ci mettono.
    massimolegnani

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  3. A conclusione del tuo post odierno scrivi il fatal aggettivo: ridicolo. La pignoleria nel cercare sfumature, l'invilupparsi in ragionamenti sbrindellati per dare forza alle proprie idee, ammesso che tali siano certi succolenti sproloqui, mi hanno da sempre mandato in delirio.
    Quando ti capita su un post non hai da far altro che cliccare e passare altrove; ma sul posto di lavoro, quando il fabbricatore di ridicolo è magari il tuo diretto superiore te lo devi cuccare. Io gli prolungo lo spasso, argomentando sempre intorno intorno. Ci godo a vederli incartarsi da soli.
    L.A.

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    1. Anche io non sopporto chi sembra voler passare le proprie giornate in ragionamenti sbrindellati.
      Io non riesco a prolungare lo spasso. Solitamente mi defilo appena posso. Anche con un briciolo di disprezzo.

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  4. Sui blog e sulle esternazioni in rete questa fenomenologia clinica è diffusissima. Beninteso, sì può scrivere piacevolmente dei dettagli, basta non averne l'ossessione e, soprattutto, evitare certe drammatizzazioni sconvenienti, a volte addirittura oscene rispetto alla concretezza del senso.
    E, tuttavia,quello che accade in "scrittura", in particolare nella scrittura in rete, non è poi così diverso da quello che accade nella vita.
    Sai che c'è? C'è che più vado avanti più mi sembra che non ci sia alternativa per questi dispersori accaniti di senso: un sano, ghiacciato, spietato,irreversibile bagno di realtà.

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    1. Beh... come scrive L.A. sui blog si ha sempre la libertà di passare oltre. Nessuno obbliga nessuno a sfinirsi di chiacchiere e stupidate varie.
      Nella vita vera, invece, certi "marmittoni" non si possono evitare. Non in tempi rapidi, quanto meno. Ed è una grande seccatura!

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    2. Ridicolo è chi vuole apparire ciò che non è: con parole o con atteggiamenti

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    3. O, ancora peggio, ridicolo è chi è ridicolo per come è, senza alcuna pretesa di apparire altro da sé.

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