Dopo la delusione c'è il discredito. Sempre. Un misto di amarezza e disincanto che rielabora misure nuove e nuovi approcci. Sono minuscoli lutti che afferrano il centro di un affetto e lo ridimensionano fino al punto di tramutarlo in apatia. Nemmeno odio, ché l'odio si riserva a chi mantiene pur sempre qualche riserva di senso, ma quegli incastri di indifferenza e vuoto che precipitano tutto in un limbo piatto e lattiginoso. E non se ne viene mai fuori indenni. Perché i punti persi sono per lo più persi per sempre. Perché certi fallimenti non guariscono ma zoppicano e guaiscono molto a lungo.
[foto by taykut]
''Fino al punto di tramutarlo in apatia''. Hai detto bene, anzi benissimo. Una descrizione più che perfetta. Solo una parola non mi sarei mai aspettato di leggere.
RispondiEliminap.s.
Ma è ''a'' o ''e'' alla fine?
Alla fine di cosa?
EliminaL'ultima lettera della penultima riga.
EliminaNon capisco a quale parola ti riferisca ma, a quel che mi pare di rileggere, non ci sono stranezze.
EliminaMah...
In effetti dovrebbe trattarsi di una e refusa in a
Eliminai punti persi sono per lo più persi per sempre
RispondiEliminapensavo anche io a qualcosa di negativo, nel perdere qualcosa per sempre; mi sto ricredendo, quando la seconda possibilità si rivela nefasta ... meglio perdere per sempre subito.
Le seconde possibilità spesso sono solo la conferma di una prima ed inesorabile delusione. Per cui la prima basta e avanza.
Eliminasono piccolo delusioni senza rinfaccio, quindi senza possibilità di rimedio. si constata il fallimento e ci si ritrae, in qualche modo sminuiti dall'accaduto.
RispondiEliminaml
Vero Carlo: non c'è rinfaccio. Solo una dose d'amarezza. Presa d'atto del fallimento e basta.
EliminaE' la coscienza dello sminuirsi che angoscia. Concordo.
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