19 dicembre 2015

Punti persi o dei minuscoli lutti

Dopo la delusione c'è il discredito. Sempre. Un misto di amarezza e disincanto che rielabora misure nuove e nuovi approcci. Sono minuscoli lutti che afferrano il centro di un affetto e lo ridimensionano fino al punto di tramutarlo in apatia. Nemmeno odio, ché l'odio si riserva a chi mantiene pur sempre qualche riserva di senso, ma quegli incastri di indifferenza e vuoto che precipitano tutto in un limbo piatto e lattiginoso. E non se ne viene mai fuori indenni. Perché i punti persi sono per lo più persi per sempre. Perché certi fallimenti non guariscono ma zoppicano e guaiscono molto a lungo.

[foto by taykut]

10 commenti:

  1. ''Fino al punto di tramutarlo in apatia''. Hai detto bene, anzi benissimo. Una descrizione più che perfetta. Solo una parola non mi sarei mai aspettato di leggere.

    p.s.
    Ma è ''a'' o ''e'' alla fine?

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    1. L'ultima lettera della penultima riga.

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    2. Non capisco a quale parola ti riferisca ma, a quel che mi pare di rileggere, non ci sono stranezze.
      Mah...

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    3. In effetti dovrebbe trattarsi di una e refusa in a

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  2. i punti persi sono per lo più persi per sempre
    pensavo anche io a qualcosa di negativo, nel perdere qualcosa per sempre; mi sto ricredendo, quando la seconda possibilità si rivela nefasta ... meglio perdere per sempre subito.

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    1. Le seconde possibilità spesso sono solo la conferma di una prima ed inesorabile delusione. Per cui la prima basta e avanza.

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  3. sono piccolo delusioni senza rinfaccio, quindi senza possibilità di rimedio. si constata il fallimento e ci si ritrae, in qualche modo sminuiti dall'accaduto.
    ml

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    1. Vero Carlo: non c'è rinfaccio. Solo una dose d'amarezza. Presa d'atto del fallimento e basta.

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    2. E' la coscienza dello sminuirsi che angoscia. Concordo.

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