23 novembre 2015

Quando la vita umana non è più la misura (*)

Gli uomini non hanno più misura, per nulla, da quando la vita umana non è più la misura.

Elias Canetti 

Questione di vita e di morte. Un cavillo o il capriccio di chi non ha coscienza. Sfugge l'irreversibile, sfugge l'inviolabile. Divinità a prescindere: ci deve pur essere un limite all'agire umano, ci deve pur essere un margine oltre il quale non si può avanzare. Qual è? Dove si legge o si compra? L'etica si è guastata da un pezzo, esattamente dalla furia acida e mai perdonata di Caino. L'istinto non è giustificazione né pretesto. C'è un arbitrio in dote, che sia poi libero è forse la sommità di una sciagura. La proporzione dell'atto deve pur avere un'origine e un fine. Eppure le misure si confondono troppo spesso con banalissime opinioni.

[foto by anapt]

16 commenti:

  1. Margine? Non esiste nessun margine, guardi la storia dell'uomo. E' stata una continua discesa dentro un pozzo oscuro. Una volta toccato il fondo non è iniziata una salita, ma uno scavo. Non esiste un arbitro o un etica generale, ognuno di noi ha la propria. Siamo noi stessi a crearla e imporcela, e quando sono gli altri a volerla a tutti costi imporla agli altri scaviamo ancora nel pozzo. Gli atti più ignobili derivano da questa volontà, la volontà di comandare. Potere e dominio, ecco le misure che seguono gli uomini.

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    1. Deve per forza durare in eterno? Me lo chiedo da tempo. E temo che la risposta sia positiva. Probabilmente hai ragione: non c'è alcun margine. Semplicemente perché il male non ha limiti. E nemmeno gli egoismi e certe ottusità.

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  2. L'etica è un'invenzione umana. Avrebbero dovuto lasciare libero l'istinto in tutte le sue espressioni, invece hanno fatto le regole, poi le leggi. Così sei sempre fuori legge anche quando pensi senza dire una parola né fare nulla. La favola di Caino e Abele è un classico: lui buono e suo fratello cattivo, il Bene e il Male vedi un po'. Vince il Male e il Bene si precipita nell'Ade piangendo, come Turno ucciso da Enea. Ma poi risorge. Siamo sicuri che risorga sempre o, meglio, che mai sia risorto? Non vedo alcun limite all'agire umano, dato che si tratta sempre di questo eterno conflitto tra Caino e Abele.

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    1. C'è un bel libro di Saramago. Si intitola, per l'appunto, "Caino". Rivedere la storia di questo ragazzo punito da Dio per l'eternità è molto istruttivo. Sarebbe utile, ogni tanto, mutare punto di vista.

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  3. E' il denaro, congiuntamente con il potere, la misura di tutto. E le conseguenze le conosciamo...

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    1. Divinità contemporanee: denaro e potere. Entità che, solitamente, procedono di pari passo.

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  4. Nella Storia sono queste le caratteristiche nei periodi di trapasso.

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  5. la botte di chiodi di Attilio Regolo, la crocefissione degli schiavi, gli impalati dai turchi davanti alle mura delle città conquistate, le streghe arrostite dopo ineffabili torture, il linciaggio dei negri da parte di gente "normale" del profondo Sud, la collezione di occhi dei soldati serbi, ogni epoca ha avuto punte eccelse di efferatezza.
    Forse solo ora incominciamo a provarne orrore e non so se questa consapevolezza potrà da sola migliorare l'umanità (termine che a ben vedere ha del grottesco)
    ml

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    1. Una delle conquiste più importanti della "civiltà" occidentale si può rintracciare nell'acquisizione di un senso profondo e del riconoscimento della dignità dell'individuo. Non a caso esiste una Dichiarazione universale dei diritti umani, una Corte dei diritti umani e mille altri organismi e dispositivi che tutelano le persone da orrori vari: schiavitù, violenze, ingiustizie, ecc.

      Abbiamo imparato a capire che certi orrori vanno prevenuti, evitati e combattuti. E non solo da ora. Soprattutto: non voglio tornare indietro di tanti secoli per colpa di una banda di pazzoidi. Qualunque "ragione" ci sia dietro ogni forma di violenza.

      Come mai ti sei palesato stavolta?
      Dimenticato di dis-logarti?

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    2. è blogspot che ha voluto i miei dati (o google? non ho manco capito)
      Ho il pc impallato, funziona solo in modalità provvisoria ed esige continui riconoscimenti di identità!

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    3. Il tuo PC ha qualche problema serio.
      Formattarlo?

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  6. Dove vorresti intravedere un limite, una misura? Su quali basi?
    Io non vedo fine.. se non quella definitiva.

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    1. Non so dove vorrei vedere un limite. Chiedo solo se un limiti ci possa essere.
      Tu dici di no. E probabilmente hai ragione.

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  7. Non credo nella capacità dell'uomo di apprendere sobriamente né di agire altrettanto sobriamente sulla possibile scorta della ragionevolezza. Ogni convinzione o pseudo che sia ha le sue origini nel tornaconto non solo materiale ma anche etico per un forte desiderio egemonico di imporre tali cambiamenti sancendo nuovi eppure così vecchi diritti e doveri scartati dalla storia. Anche Caino ha agito si secondo un istinto ma determinato da un serio movente mai condivisibile eppure autore di morte fratricida.
    Triste doverlo ammettere ma c'è la giusta forza in quell'ammissione quando si riconosce, quando riconosciamo che non esistono presunti confini se pure dichiarati dall'etica e dalle varie longitudini, quasi che a cambiamento di spicchio ci sia una logica differente ovvero che l'uomo non sia più uomo o quantomeno lo stesso uomo man mano che ci si muove sul globo.
    Assurdo quello che scrivo, assurdo leggere tali parole ma sono la verità inoppugnabile di un decreto fantomatico dei diritti derubati all'uomo e al mondo ed alla storia.

    Mi sono permesso pur se per la prima volta da te per via di altri blog di amici comuni ritrovando il tuo estremamente interessante.

    Uomo

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    1. Prima di tutto benvenuto Uomo. Sì, è la prima volta che ti leggo su questo spazio. Credo di aver capito che, come me al tempo (e dico del 2010), sei giunto su questa piattaforma come fa un "migrante". Ben arrivato.

      Tornando al concetto del post, il mio timore è che perdendo la misura e legittimando questa perdita, ci si tramuti in quel che non vorremmo o dovremmo essere. So perfettamente che le tue argomentazioni sono corrette e mi vedo costretta a condividerle. Anche se non vorrei affatto.

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