22 ottobre 2015

Delete

Ci si cancella in fretta e con poco sforzo. Ridotti come siamo ad un'icona su un social o ad una stringa di caratteri salvata, per il tempo che serve, dentro un cellulare. Un tasto, un paio di refresh ed è fatta. Non si esiste più. Si muore all'istante e senza particolari rimorsi. Si rimuovono facce, nomi, nomignoli e sensazioni. Sì, anche quelle. Perché chi sparisce da una rubrica o da una collezione di miniature virtuali, sparisce anche dai pensieri e dalle dita. Almeno è quello che sembra e quello che, per più di qualcuno, deve pur essere. Si passa quindi ad apparire altrove, in altre rubriche e in altre bacheche. Fino al successivo "delete", s'intende.

[foto by MahmoudElkourd]

28 commenti:

  1. Sì, è quello che ho fatto io nel mondo virtuale: mi sono resa conto che preferisco la vita reale tra alti e bassi...

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    1. La vita reale e quella virtuale possono convivere serenamente. Basta saper gestire le due cose con un briciolo di buon senso e un po' di intelligenza.

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  2. Non succede a me. Non mi sono mai "deletato" (chissà che questo verbo non venga messo dalla Treccani tra i neologismi) da nessuna parte. È successo che mi hanno deletato in quanto il sito era stato chiuso.

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    1. Non parlo di chi sceglie di "deletarsi" ma di chi "deleta" gli altri in un batter d'occhio. Cancellato dalla rubrica, cancellato dalla propria vita.
      A volte può anche essere una consolazione, ma non credo che basti a rimuovere una persona. Anche se, in qualche caso, vorrei tanto che bastasse!

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  3. la danza (macabra) dei piccoli suicidi.
    ml

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  4. Io sono stata delete-ata di recente.
    Per uno scambio futile che senza che me ne rendessi conto ha preso fuoco.
    Mi sono ritrovata totalmente rimossa, rimossi i miei commenti, rimosso il link al mio blog. Segno che significa che tale persona non vuole più avere alcuna interazione con me.

    Confesso che ne sono rimasta sorpresa da come sono andate le cose.

    Avrei pensato anche di esserne amareggiata, invece no. Sto meglio. (Quindi, devo pure ringraziarlo di avermi rimosso!)

    Ogni tanto ci penso: dopo una interazione piuttosto stretta, faccio bene a non provare nemmeno a scrivere due righe per sentire come sta? Sono una cattiva amica a non provare? E poi mi dico che no, e' lui che mi ha delete-ato, semmai, stara' a lui rifarsi vivo. Ognuno si prenda le responsabilità delle proprie scelte.

    (Ero Liaea)

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    1. Anche io ho "deletato" delle persone dal mio blog. Persone che, in qualche modo, mi hanno ferita o offesa. Semplicemente ho detto loro che non volevo più che venissero qui perché questa è un po' come la mia casa e certi ospiti non sono graditi.

      Non sono pentita e, anzi, preferisco tenere lontani soggetti con cui non voglio avere a che fare.

      Non so perché tu e il tuo ex amico abbiate discusso, ma probabilmente lui ha preferito rimuoverti dal suo spazio virtuale perché è l'unico modo che ha per tenerti lontana da sé. Nella realtà una persona si può evitare, si può allontanare in qualche modo. Nel virtuale si può solo rimuoverla di propri spazi.

      Se vorrà parlare con te, lo farà. In caso contrario, potrai vivere serenamente anche senza di lui.

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    2. Si', penso anch'io che queste scelte vadano rispettate. Come nella vita reale si sceglie di non incontrarsi, così nel blog.

      Mi sorprende comunque pensare che era lui ad essermi "piovuto addosso", all'inizio, cercando il dialogo. Cosa che ho assecondato.
      Continuo a pensare che non sia una brutta persona, semplicemente un po' aspra e resa amara dai particolari eventi personali della sua vita. Pero' evidentemente la nostra interazione non era una delle più tranquille, per cui, ci sta che prima o poi uno si saturi.

      Devo essere sincera: io ero abbastanza satura del tutto (abbiamo concezioni di interazione a distanza diverse, diciamo) ma mi sentivo in dovere di interagire. Per i motivi più' vari, e perche' mi sentivo più forte, meno bastonata. O forse avevo solo la presunzione di essergli necessaria?

      Comunque, cosi' e'.

      Anche io ho delete-ato una persona da uno dei miei blog passati. Solo una: perche' era insistente, troppo insistente, troppo curiosa, troppo decisa a invadere i miei spazi, e troppo irrispettosa. E di quella persona penso davvero basso. Tale persona e' tornata serialmente a tentare di interagire, in seguito, ma lasciando sempre commenti offensivi. Mi sento proprio bene ad avere troncato ogni possibile appiglio!

      Anche per quello sono decisa a non invadere gli spazi di chi mi ha delete-ato ora. Non vorrei mai essere invadente/stalker come quella persona che ho delete-ato io.

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    3. Chi "deleta" capisce un po' meglio anche il fenomeno opposto: l'essere "deletato". Almeno ci prova. E, infatti, a me pare che tu hai messo a fuoco in maniera abbastanza chiara i motivi che hanno indotto il tuo amico a rimuoverti dalla sua vita virtuale.

      E' capitato anche a me di subire le insistenze di persone che si ostinavano (e a volte si ostinano ancora) a scrivere anche se sono stati invitati a non farlo più. Purtroppo qui, su blogspot, non esiste una black list e non si può impedire ad un "nick" di entrare nei tuoi spazi. Per cui si rischia di essere "molestati" da personaggi poco gradevoli e poco graditi.

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    4. [...] Buluth (quel nome glielo avevo dato io quando aveva un altro nick, è lingua turca): quanta mania di protagonismo! E' anche grammaticalmente sbagliato. BulutN.

      Noto che la tendenza ad attaccar lite permane. Vuol dire che sta bene e non ha pensieri. Buon per lei.

      Sono sempre più convinta che persone così accanite è meglio perderle che trovarle.
      E con questo non voglio dedicare più nemmeno un secondo alla faccenda.

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    5. Personaggetto da non tenere in considerazione. Deletato da tempo ma ostinato come pochi.
      Non farci caso Bulutn.

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  5. Io non ho mai cancellato ma sono stata bloccata per esempio. Su instagram. Senza sapere il motivo. Ho restituito quindi la "cortesia" senza averne motivo, appunto. Questo mondo è incredibile. E queste dinamiche interpersonali spicciole mi andranno sempre strette. Cosa ci faccio qui? Leggo sovente i tuoi post lasciando qualche parola ogni tanto, mantenendo la giusta distanza: da tutto e da tutti. Buona giornata. A.

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    1. Credo si debba scegliere quando e come "andarsene", soprattutto se, come nel mio caso, ci si ritrova impigliati involontariamente in un circolo di agitati/e & infiammati/e che investono con le loro beghe gli spazi altrui come fosse niente, cercando di tirartici dentro, con tutti gli scassamenti che te ne derivano.
      Però, a volte, questi incidenti ti fanno ritrovare la voglia di aprire altri capitoli, altre pagine, virtuali e non, sono, a loro modo, delle "occasioni".
      Del resto, la piazza web è per tanti solitari/depressi/irrisolti e incazzati a prescindere (per dirla alla De Curtis) quello che era ed è ancora il baretto all'angolo, come scrive Umberto Eco.
      Hai fatto bene a dare il benservito ai molesti, quando ti è capitato.
      Talvolta io non l'ho saputo fare con la necessaria tempestività e me ne sono pentita e, comunque,in certi casi è sufficiente giocarsi la carta dell'indifferenza, ché la maggior parte dei disturbatori disturbati è solo e bulimicamente alla ricerca di palcoscenici.

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    2. @ A. Sei su instagram? Ci sono anche io... Potrei venire a trovarti lì. Se ti va. Ho notato che su IG la pratica di "bloccare" le persone è abbastanza diffusa. Al momento non credo di essere mai stata bloccata. Ma ho bloccato un utente perché un po' troppo "invadente". In ogni caso: non te la prendere. Càpita!

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    3. @ TeZ. Mi spiace che si siano verificati episodi così spiacevoli nei tuoi spazi virtuali. Purtroppo non c'è molto da fare se non cacciare via i molesti e tentare di ristabilire un po' di quiete.
      Il problema è che ci sono individui che non si accorgono neppure di precipitare nel cattivo gusto, nella molestia, nella volgarità. Rubano spazio e rubano pazienza. Portano avanti le loro ragioni senza rendersi nemmeno conto di mostrarsi solo per quello che sono: ridicoli.

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  6. Questa volta non l'ho fatto, ho solo traslocato. Credo che per me sia un buon miglioramento.

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    1. Ancora un trasloco?
      Non so: quanti blog hai intenzione di aprire e chiudere o abbandonare?
      Tu ti "auto-deleti" in continuazione.
      Non sei stanca?

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    2. No, Euridice, stavolta non sono d'accordo: non mi sono cancellata né ho cancellato Duty Free. Ho solo proseguito altrove (e per giunta dato modo di seguirmi a chi lo desidera). Spiegato nel mio ultimo post.

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    3. Sì, lo so.
      Non hai "deletato" nulla ma l'hai abbandonato. Cambia poco, alla fine.
      Non so perché tu abbia di nuovo traslocato visto che quello che scrivi nel nuovo blog è quello che avresti scritto nel precedente.
      Ma non importa. Hai scelto così e non fa niente.

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  7. Non ho mai rimosso nessun commento (dal sito le persone non si possono rimuovere finchè non se ne vanno da sole) dal mio blog. Ma c'è anche da dire che non tratto argomenti che possano infuocarsi nei commenti. A me è capitato una volta di essere stata estromessa da un blog perchè con quella persona si era chiuso un capitolo di vita reale. Io invece per mia natura non chiudo categoricamente la porta. Con le dovute maniere quasi sempre può essere riaperta magari impostando un rapporto diverso. Buon fine settimana :)

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    1. Siamo molto diverse, evidentemente. Quando chiudo una porta, infatti, è molto difficile che la riapra. In certe situazioni sono molto categorica e intransigente. Sarà un mio difetto. Uno dei tanti, per inciso.

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  8. Sarà per questo che spesso non "deleto".ma lascio stringhe abbandonate che a distanza di anni mi appaiono polverose icone di esistenze in apnea.

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    1. Io "deleto" invece. Forse perché non ho l'anima del rigattiere, come mi piace definire chi non butta via mai niente. Ne devo scrivere, sì. Mi hai ispirato.

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  9. Ho operato un cambio radicale.
    Amo gli scossoni ed i rivolgimenti, a volte sono salutari.
    ;-))

    T.

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    1. Avrai avuto ottime ragioni.
      E i cambi radicali, a volte, sono una meraviglia!

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  10. Un giorno si arriverà a poter rimuovere dalle nostre menti i ricordi, me lo sento.
    E quella sarà la fine. La fine.

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