La malattia le ha succhiato via l'anima e lei è morta prima ancora di morire. Lei è un'assenza fatta di occhi di palude e parole sconnesse rilanciate sul fiorire di labbra troppo pallide per essere sue. Lei non sa più leggere anche se è proprio a lei che devo il mio amore per i libri. Lei non sa più capire anche se, da maestra, ha insegnato ai suoi bambini come imparare a farlo. Lei sorride appena e spiega le pieghe di un fazzoletto mille volte al giorno. Nel suo caos ci sono solo pochi istinti e silenzi che nessuno può sfatare. L'amore di chi l'ama da sempre sta lì accanto e la cura. Come si fa con un pianeta perduto.
[foto by xetobyte]
Anche mia nonna era diventata cosí: un pianeta perduto. Leggendoti è stato un rivederla. Ho sempre sostenuto che le persone dovrebbero avere il diritto di mantenere la propria dignitá sino alla fine della vita. Ma non è cosí, non per tutti. E questo è doloroso oltre che ingiusto ed intollerabile. Pianeta perduto è splendido, Euridice.
RispondiEliminaSì, la sensazione è proprio questa: che siano pianeti (belli, completi, vissuti, pulsanti) perduti per sempre. Non so dove finiscano, non so chi li porti via. Spariscono lentamente, senza rimedio.
EliminaPiù di una volta ho spiegato ai miei familiari che non potrei mai sopportare di diventare così. Spero che qualcuno mi dia ascolto, se dovesse accadere.
non potevi descrivere con maggior appropriatezza e sensibilità una condizione di assenza irreversibile che mi fa orrore (il corpo dovrebbe spegnersi prima della mente)
RispondiEliminaml
Un'assenza irreversibile, esattamente. Fa orrore a molti. Faceva orrore anche a lei. Ma ora? Ora è perduta e non può decidere più nulla.
Eliminaquanti pensieri che sposta questo tuo post Euridix ... io vorrei morire di botto, attraversi la strada e sbrang, fine! senza agonie o viaggi in pianeti perduti, o supplizi di altro genere. una paura che sento di molti.
RispondiEliminaora vado a programmare i post che così se mi seccano sotto a un tir non ve ne accorgete :)
La tua speranza è quella di molti. Anche io vorrei morire di colpo. Nel sonno, però. Senza troppi traumi. Senza fare rumore.
EliminaCondizione che conosco per prossimità e che mi terrorizza, come terrorizza massimolegnani. Perché, alla fine, non è la morte l'abisso che toglie il fiato, ma è la malattia. E questa malattia, in una sciocchissima classifica degli orrori, è delle peggiori.
RispondiEliminaIo sto conoscendo questa malattia solo negli ultimi anni: ho due zie (una è quella di cui parlo nel post) malate di alzheimer. Osservo come queste due donne, sempre state piene di energie e di vigore, stiano subendo un annientamento spirituale e mentale che nessuna delle due avrebbe mai pensato di dover patire.
EliminaSono sicura che, se potessero scegliere, entrambe sarebbero pronte a mettere fine a questo strazio.
L'amore di chi l'ama da sempre sta lì accanto e la cura.
RispondiEliminaChissa' se e' più doloroso per chi le sta accanto o se per lei, se sapesse.
Ma l'amore e' appunto l'unica risposta sensata.
L'amore di chi la cura è immenso. Ma c'è anche la sofferenza di aver perso la persona amata perché è stata sostituita da una bambina a cui bisogna fare tutto perché lei non sa più niente.
Elimina