8 ottobre 2014

Quotidiano piattume

Scrivo e cancello, riscrivo e ri-cancello. Una volta, due volte, tre volte. No, non mi piace proprio niente stamattina. Tutto quello che penso si fa vapore prima ancora di trovare una sostanza fatta di pixel. E quel poco che riesco a tirar fuori mi appare troppo insignificante o troppo faticoso da spiegare. Sarà che avrei voluto dormire molto di più, sarà che mi guardo attorno senza trovare appigli, sarà che preferirei dimenticarmi anche oggi. Alla fine di questo piattume quotidiano trovo solo altro quotidiano piattume. L'autunno non ha colpe, stavolta. E neppure la tristezza gentile. Servirebbe una divertita, sognante, visionaria, rinfrancante ispirazione.

[foto by crilleb50]

30 commenti:

  1. In attesa dell'ispirazione ti auguro una buona giornata :-)

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  2. Si è sommersi dal p(i)attume, Euridice. E non so se esista una raccolta differenziata anche per quello con la "i" dopo la "p", onde smaltirlo nel modo più corretto ed ecosostenibile.

    (come al solito, ti comprendo)

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    1. In effetti ero tentata di dare a questo post un altro titolo. Del tipo "Piattume e Pattume" o qualcosa del genere.
      Se dovessi avere notizie in merito al riciclo o alla raccolta di piattume, fammelo sapere. Potrei buttarne via un bel po'.

      (felice di avere la tua comprensione)

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  3. Una volta dissi a un mio amico: "Ho il blocco dello scrittore" e lui "Io no, scrivo sempre al computer..."

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    1. Romantico il tuo amico: pensa che nessuno scrittore possa usare il computer per le sue opere!

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    2. Come te con l'ispirazione, mi sono bloccato sulla tua risposta, e quando rimani incartato da un punto di vista, non ne esci più: perché romantico il mio amico? Perché scrive "al" e non "sul"? O perché non usa il blocco (a quadretti o righe)? O è possessore dell'unico computer esistente? Delucidami..

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    3. Uhm... mi sa che ho letto male il tuo commento precedente.
      Non ricordo con esattezza cosa ho letto, ma chiaramente tutta un'altra cosa. Mi viene da ridere... scusami!

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  4. simpatica ammissione di momentanea impotenza.
    l'ispirazione è una gatta indolcile, torna da sola quando ha fame o sonno, inutile sgolarsi a chiamarla.
    :-)
    ml

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    1. Simpatica?
      Dici?
      A me sembra deprimente...

      So che esistono questi momenti di nulla. Me li tengo, ne parlo e li esorcizzo.

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  5. Stanchezza psico-fisica. Blocco dello scrittore. Chiamalo come vuoi questo tuo momento di vuoto assoluto ma non dare la colpa al piattume quotidiano, che esiste da prima che tu nascessi e col quale sei convissuta fino a questa mattina. Si è portati sempre a cercare fuori di noi stessi la causa di nostri insuccessi (posso parlare in prima persona a pieno merito, so quel che mi dico), mai dentro la nostra babele, torre d'aria fritta in perenne costruzione per essere distrutta nuovamente. Sei probabilmente stanca. Fai una pausa mentale; lavora manualmente, intendo dire non ci mettere l'anima, fai il tran tran quotidiano, fila a casa e aspetta che torni la vena creativa, che ritornerà insieme alla voglia di fare e disfare. Questo è il mio metodo brevettato per uscire fuori dalle mie momentanee crisi. Te lo offro gratis, ma mi trattengo il copyright.
    Pablo

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    1. Sì, forse stanchezza. Forse un po' di noia. Il piattume quotidiano non aiuta di certo, considerando che molto di ciò che scrivo nasce da ciò che vivo, vedo, sento, provo. Non ricevendo grandi stimoli da fuori, mi sento spenta e vuota anche dentro. Un meccanismo molto "normale" per chi scribacchia come faccio io.

      Il tuo metodo è molto saggio e, spesso, lo utilizzo anche io.
      E grazie per non avermi chiesto di pagare i diritti: sei molto generoso!

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    1. A dire il vero una penna ce l'ho qui accanto.
      Ma la uso solo per qualche appunto.

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  7. Il pattume quotidiano può far venire conati di vomito quando supera certi limiti. Il mio quotidiano piattume/pattume ha superato il livello di guardia. Infatti cose che mi venivano facili da scrivere fino a poco tempo fa adesso mi sembrano massi da sollevare a mani nude. La voglia si affievolisce, anzi se ne va stizzita sbattendo la porta, segnale di grande sdegno e di latitanza lunga.
    In un certo senso ecco spiegato il mio braccino corto, espressione usata più per i tennisti però, che io vorrei usare in questo caso come disinteresse per la penna, la matita, il PC insomma ogni mezzo per poter scrivere qualcosa di nuovo. Chiamiamolo anche blocco dello scrittore, anche se io propriamente scrittore non sono, ma è bello menzionarlo così. Ho letto un romanzo di Stefan King, dove il protagonista era vittima di questa sindrome che gli fagocitava ogni energia creativa. Mi sembra di aver letto anche un altro romanzo, tanto tempo fa, basato sul blocco che impediva ad uno scrittore di concludere un suo romanzo, ma non ricordo il nome dell'autore né il titolo.
    Poco male, ho il blocco della memoria.
    Psomoi Andrómeoi.

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    1. King si chiama Stephen. Sei sicuro di aver letto uno dei suoi libri?
      Non è uno dei miei scrittori preferiti. E non conosco molto i suoi romanzi.

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    2. Naturalmente si chiama Stephen. Posso sbagliare un nome non il contenuto di un romanzo che ho letto.
      Ho letto di King:
      Duma Key
      La zona morta
      Carrie
      La notte di Salerm
      Buick 8
      Cujo
      IT
      Incubi e deliri
      Cell
      Tutto è fatidico
      La tempesta del secolo
      L'ombra dello scorpione
      Rose Madder
      Cuori in Atlantide
      Mucchio d'ossa
      Proprio in quest'ultimo King parla di un autore di grande successo che improvvisamente perde l'ispirazione e subisce il blocco dello scrittore, in seguito ad un trauma improvviso e gravissimo, la morte della giovane moglie in un incedente.
      Non mi vergogno affatto a dire che è l'unico autore horror che leggo, perché uno dei miei autori preferiti, in assoluto.
      Psomoi Andrómeoi

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    3. Non c'è da vergognarsi: ognuno legge ciò che meglio crede.
      Anche il mio compagno adora King: ha tutti i suoi libri. Io non condivido questa sua passione di lettura ma è una questione di scelte e di gusti.

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    4. Appunto, Euri, una questione di scelte e di gusti, come le camice a righe che io amo, o quelle a quadretti, che io odio.
      Psomoi Andrómeoi

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    5. Sì, nessuno lo mette in dubbio.
      Anche se il plurale di camicia è camicie.
      Giusto per romperti ancora un po'... sorrido.

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    6. Di King provate "11/22/63" . Potreste trovarvi tutti magicamente d'accordo sulla potenza creativo/espressiva del mitico Stephen.. ;)

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  8. N.B.
    Incedente è un refuso: non incedo e nulla incede accanto a me.
    Buona notte Mia Euridice.
    Psomoi Andrómeoi

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    1. Sì. Certo.

      A te auguro buona giornata, invece, considerando l'ora.

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  9. "Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le parole..."

    A volte capita anche a me di aver tanto dentro che spinge per uscire ma senza riuscir a metter giù più di qualche parola, per poi spegner tutto usando un mattone contro il monitor.
    In quelle occasioni mi sento come oppresso dall'interno e nulla o quasi nulla riesce a farmi star meglio.

    Puoi scegliere se sforzarti e far uscire qualcosa con la forza (ma non è detto che lo sforzo valga il risultato) o aspettare che le parole tornino alla mente, si allineino a formare una frase, poi un paragrafo e seguire il flusso che ti porterà a scrivere realmente.

    Un periodo no è già pesante. Non riuscire a scriverne per scaricarsi è come un piccolo martello salat che picchia dove un taglio già duole.

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    1. No, di solito non mi sforzo.
      Mi lascio stare ed aspetto.
      Prima o poi qualcosa torna.

      Grazie, Apprendista Nocchiero.

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